Folk Tale

I tredici briganti

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU954
LanguageItalian
OriginItaly

Dice che una volta c'erano due fratelli. Uno faceva il ciabattino ed era ricco, l'altro il contadino ed era senza nulla. Un giorno il contadino era in campagna, e vide tredici uomini sotto un albero di quercia, con certi coltellacci da far tremar la terra. " I briganti! ", pensò il contadino, e si nascose; li vide avvicinarsi alla quercia e il capo dire: - Apritiquercia! - Il tronco s'aperse e a uno a uno i tredici briganti ci entrarono. Il contadino restò nascosto ad aspettare. Dopo un po' i briganti uscirono, uno a uno, e l'ultimo fu il capo. - Chiuditiquercia! - disse, e la quercia si richiuse. Quando i briganti se ne furono andati, il contadino volle provare anche lui. S'avvicinò all'albero e disse: - Apritiquercia! L'albero s'aperse e lui passò. C'era una scala che andava sottoterra; scese e si trovò in una caverna. Una caverna, dalla terra al soffitto, piena di roba ammonticchiata: un monte di monete d'oro, uno di brillantí, uno di marenghi, un altro d'oro, un altro di brillanti, un altro di marenghi, ancora uno d'oro, uno di brillanti, uno di marenghi; e cosí via, fino a tredici. Il contadino cominciò a guardare, a empirsi gli occhi di quel luccichio: empiti gli occhi cominciò a empirsene le tasche della giacca, poi le tasche dei calzoni, poi si strinse bene in fondo i calzoni, e se li ímbottí tutti di monete d'oro e di tornesi, e a lenti passi tintinnanti tornò a casa. -Che t'è successo? - gli disse la moglie vedendolo arrivare a quel modo. Lui cominciò a rovesciare le tasche e i pantaloni, e le raccontò tutto. Per misurare i soldi, gli serviva uno stoppello; ma lui non l'aveva; cosí mandò a chiederlo in prestito al fratello. Il ciabattino pensò: " Cosa mai avrà da misurare mio fratello che non ha mai avuto nulla al mondo? Voglio vedere un po'", e impastò una lisca di pesce sul fondo dello stoppello. Quando gli restituirono lo stoppello andò subito a vedere cosa c'era rimasto attaccato e figuratevi come rimase quando vide un marengo! Andò subito a trovare il fratello. - Dimmi chi t'ha dato questi soldi! - E il contadino gli raccontò. Il ciabattino allora gli disse: - Be', fratello, mi ci devi portare anche a me. Io ho figli, e ho piú bisogno di soldi di te! Allora i due fratelli presero due somari e quattro sacchi, andarono all'albero, dissero: - Apritiquercial - riempirono i sacchi e via. A casa, si divisero l'oro, i brillánti e i marenghi e ormai ne avevano da campare di rendita. Perciò si dissero: - Ora ci siamo messi a posto; non facciamoci piú vedere laggiú, se no ci lasciamo la pelle! Il ciabattino aveva detto: - Intesi, - ma solo per ingannare suo fratello e andare una volta da solo a far man bassa, perché era uno che non ne aveva mai abbastanza. Andò, aspettò che i briganti uscissero dalla quercia, ma non li contò mentre se ne andavano. Mal gliene venne: invece di tredici erano dodici, perché uno era rimasto a far la guardia, dato che s'erano accorti che qualcuno veniva nella caverna a derubarli. Il brigante saltò fuori, sorprese il ciabattino, lo squartò come un maiale e cosí squartato l'appese a due rami. La moglie. non vedendolo piú tornare, andò dal contadino. - Cognato mio, disgrazia Fratello tuo è andato alla quercia un'altra volta e non è piú tornato! Il contadino aspettò la notte e andò alla quercia. Appeso ai rami, vide il corpo squartato del fratello, lo slegò, lo caricò sull'asino, e lo portò a casa, tra gran pianti della moglie e dei figli. Per non seppellirlo squartato chiamarono un altro ciabattíno suo collega, e lo fecero cucire. La vedova del ciabattino, con tutti i soldi che le erano rimasti, comprò una taverna e si mise a far la taverniera. Intanto i briganti s'erano messi a girare il paese, per vedere a chi erano rimasti i soldi. Uno andò dal ciabattino che aveva cucito il morto e gli disse: - Compare, sei capace di dar due punti a que- sta scarpa? -Eh! - fece lui, - ho cucito un ciabattino, volete che non cucia una ciabatta? Un mio collega che hanno squartato. Il marito della taverniera. Cosí i banditi seppero che era la taverniera a profittare delle ricchezze rubate. Presero una botte grande e ci si nascosero dentro in undici; la botte la misero su un carro e gli altri due si misero a tirare il carro. Scesero alla taverna e dissero: - Buona donna, ce la fate posare qui questa botte? E ce lo fate da mangiare? - Accomodatevi, - disse la taverniera, e si mise a cucinare i maccheroni per i due carrettieri. Intanto la figlia, giocando li vicino, senti rumore nella botte. Si mise ad ascoltare e senti dire: - Ora gliela diamo la buona notte a questa qui! - Saltò su e corse a dirlo a sua madre. Sua madre non stette li a sprecare sale e olio: prese una caldaia d'acqua bollente e la rovesciò nella botte. I briganti morirono spellati. Poi andò a servire i maccheroni agli altri due. Gli mescé vino oppiato e quando s'addormentarono gli tagliò le teste. - Adesso va' a chiamare il giudice, - disse a sua figlia. Arrivò il giudice, capí che erano tredici briganti e diede un premio alla taverniera, perché aveva schiantato quella malerba.


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