Folk Tale

L'Orologio del barbiere

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
LanguageItalian
OriginItaly

Si conta e si racconta a lor Signori che c'era un Barbiere; e questo Barbiere aveva un orologio che era secoli e secoli che camminava senza che nessuno gli desse la corda, e non si fermava mai, non si stancava mai, e non sgarrava mai l'ora d'un minuto. Il Barbiere gli aveva dato la corda una volta sola, e da allora in poi: tic e tac, tic e tac, tic e tac... Il Barbiere era vecchio, vecchio da non sapere manco lui le centinaia d'anni che aveva, e quante mai religioni di gente aveva visto. Tutti i paesani accorrevano da lui, alla sua bottega, per chiedere all'orologio le cose che avevano bisogno di sapere. Veniva il contadinuccio, stanco e amaro, che aveva bisogno dell'acqua per il tempo della semina; e vedeva le porte del cielo ancora chiuse. - Dimmi, orologio, quando piove? E l'orologio: Tic tac, tic tac, tic tac, Finché sono rosso io, L'acqua non viene, il cielo è mio, E tuonando e rituonando Se ora non piove pioverà un altr'anno. Veniva il vecchierello, appoggiato al suo bastone, con l'asma da non poterne píú, e domandava: - Orologio, orologio, nella mia lampada ce n'è assai di olio? E l'orologio, subito: Tic tac tic tac, tic tac, Dai sessanta fin ai settanta Brucia via l'olio alla lampa, Quando i settanta prendono il volo S'accende a stento il lucignolo solo. Veniva il giovane innamorato, tutto montato, a naso all'aria, - Dimmi, orologio, c'è nessuno che naviga piú felice di me nel regno d'amore? fa l'orologio, Tic tac, tic tac, tic tac, Se il regnante non ha giudizio Dal trono cade nel precipizio, Oggi fa tanta figura domani è in sepoltura. Viene il malandrino di prima forza, il capo della Camorra delle Vicarie, tutto nappa e ciuffi, tutto bottoni e anelli, e ce, tutto nei denti: - Dico a te, O orologio, quanti ce n'è di potentati che la possono fare franca a questa mano? Parla, che ti si rompesse la catena! E l'orologio piú nei denti di lui: Tic tac, tic tac, tic tac, Chi corre scalzo sulla tagliola o prima o dopo ci lascia la suola. Poi viene il meschino, afflitto, digiuno, mezzonudo, malato dalla testa ai piedi. - 0 orologio, o orologio, e quando finiranno questi guai? Dimmi, per carità, questa morte, quando viene? E l'orologio, al solito: Tic tac tic tac, tic tac, Agli infelici, ai disgraziati, Spesso piú giorni sono destinati. E cosí ogni sorta di gente veniva a vedere questo orologio meraviglioso, e tutti ci parlavano, e a tutti dava risposta. Era quest'orologio che sapeva dire quando si facevano i frutti, quando veniva l'inverno e quando l'estate, a che ora faceva giorno e a che ora la giornata finiva, e quanti anni aveva la gente, insomma era un orologio senza pari, un orologio-macchina, e non c'era cosa che non sapesse. Ognuno l'avrebbe voluto nella propria casa, ma nessuno lo poteva avere perché era fatato, e per ciò inutilmente si struggevano. Ma tutti poi, volere o non volere, di nascosto o in palese, dovevano lodare il vecchio maestro Barbiere che aveva saputo fare quell'ingegnoso orologio, e l'aveva fatto camminare per sempre, e che nessuno poteva rompere né conservare tranne il Maestro che l'aveva fatto.


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