Folk Tale

La camicia dell'uomo contento

Translations / Adaptations

Text titleLanguageAuthorPublication Date
The Happy Man's ShirtEnglishGeorge Martin1980
AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
LanguageItalian
OriginItaly

Un Re aveva un figlio unico e gli voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo Principe era sempre scontento. Passava giornate intere affacciato al balcone, a guardare lontano. - Ma cosa ti manca? - gli chiedeva il Re. - Che cos'hai? - Non lo so, padre mio, non lo so neanch'io. -Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza dimmelo, e te la farò sposare, fosse la figlia del Re piú potente della terra o la piú povera contadina! - No, padre, non sono innamorato. E il Re a riprovare tutti i modi per distrarlo! Teatri, balli, musiche, canti; ma nulla serviva, e dal viso del Principe di giorno in giorno scompariva il color di rosa. Il Re mise fuori un editto, e da tutte le parti del mondo venne la gente piú istruita: filosofi, dottori e professori. Gli mostrò il Principe e domandò consiglio. Quelli si ritirarono a pensare, poi tornarono dal Re. - Maestà, abbiamo pensato, abbiamo letto le stelle; ecco cosa dovete fare. Cercate un uomo che sia contento, ma contento in tutto e per tutto, e cambiate la camicia di vostro figlio con la sua. Quel giorno stesso, il Re mandò gli ambasciatori per tutto il mondo a cercare l'uomo contento. Gli fu condotto un prete: - Sei contento? - gli domandò il Re. - Io si, Maestà! Bene. Ci avresti piacere a diventare il mio vescovo? Oh, magari, Maestà! -Va' via! Fuori di qua! Cerco un uomo felice e contento del suo stato; non uno che voglia star meglio di com'è. E il Re prese ad aspettare un altro. C'era un altro Re suo vicino, gli dissero, che era proprio felice e contento: aveva una moglie bella e buona un mucchio di figli, aveva vinto tutti i nemici in guerra, e il paese stava in pace. Subito, il Re pieno di speranza mandò gli ambasciatori a chiedergli la camicia. Il Re vicino ricevette gli ambasciatori, e: - Sí, sí, non mi manca nulla, peccato però che quando si hanno tante cose, poi si debba morire e lasciare tutto! Con questo pensiero, soffro tanto che non dormo alla notte! - E gli ambasciatori pensarono bene di tornarsene indietro. Per sfogare la sua disperazione, il Re andò a caccia. Tirò a una lepre e credeva d'averla presa, ma la lepre, zoppicando, scappò via. Il Re le tenne dietro, e s'allontanò dal seguito. In mezzo ai campi, sentí una voce d'uomo che cantava la falulella'. Il Re si fermò: " Chi canta cosí non può che essere contento! " e seguendo il canto s'infilò in una vigna, e tra i filari vide un giovane che cantava potando le viti. -Buon dí, Maestà, - disse quel giovane. - Cosí di buon'ora già in campagna? -Benedetto te, vuoi che ti porti con me alla capitale? Sarai mio amico. -Ahi, ahi, Maestà, no, non ci penso nemmeno, grazie. Non mi cambierei neanche col Papa. - Ma perché, tu, un cosí bel giovane... - Ma no, vi dico. Sono contento cosí e basta. " Finalmente un uomo felice! ", pensò il Re. - Giovane, senti: devi farmi un piacere. - Se posso, con tutto il cuore, Maestà. -Aspetta un momento, - e il Re, che non stava piú nella pelle dalla contentezza, corse a cercare il suo seguito: - Venite! Venite! Mio figlio è salvo! Mio figlio è salvo -. E li porta da quel giovane. - Benedetto giovane, - dice, - ti darò tutto quel che vuoi! Ma dammi, dammi... - Che cosa, Maestà? -Mio figlio sta per morire! Solo tu lo puoi salvare. Vieni qua, aspetta! - e lo afferra, comincia a sbottonargli la giacca. Tutt'a un tratto si ferma, gli cascano le braccia. L'uomo contento non aveva camicia.


Text viewBook