Folk Tale

Maria di Legno

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU510
LanguageItalian
OriginItaly

C'era una volta un Re e una Regina, e la figlia di questo Re e questa Regina, che era una vera bellezza. Quando questa figlia, che si chiamava Maria, aveva quindici anni, sua madre cadde malata, e stava per morire. Il marito, al capezzale, le diceva piangendo che non si sarebbe risposato mai, e lei gli disse: -

Marito mio, siete ancor giovane e avete una figlia da allevare. Vi lascio questo anello; la donna che le starà in dito quest'anello la dovrete prendere in moglie.

Finito il lutto, il Re cercò una nuova sposa. Tante se ne presentarono, tante si ritirarono dopo aver provato l'anello: a chi stava largo e a chi stava stretto. - Vuol dire che non è destino, - disse il Re. - Lasciamo andare per ora, - e conservò l'anello.

Un giorno la figlia, sfaccendando per casa, trovò l'anello in un cassetto d'un canterano. Lo infilò e non se lo poté più tirar via dal dito. "Chissà adesso cosa mi dirà il babbo!", si disse. Prese una pezzuola nera e si fasciò il dito. Il padre, come la vide col dito fasciato, le chiese: - Cos'hai figliola?

- Niente, padre, mi sono un po' graffiata.

Ma dopo qualche giorno il padre volle vedere cosa aveva al dito, lo sfasciò e vide l'anello. - Ah, figlia mia, - disse, - tu devi essere mia moglie!

A quel brutto discorso, Maria scappò via a nascondersi, e andò a confidarsi con la balia. - Se te lo dice ancora, digli di sì, - fece la balia, - ma di' che vuoi un abito da fidanzamento color dei prati con sopra tutti i fiori che c'è al mondo. Un vestito così non esiste in tutta la terra, e tu hai una buona ragione per non fare quel che vuol lui.

Il Re, quando sentì quella risposta, chiamò subito un servo fidato, gli diede un sacco di monete d'oro e un buon cavallo e lo mandò per il mondo, a cercare un vestito color dei prati, con sopra tutti i fiori. Girò il mondo per sei mesi, ma non ci fu verso di trovarlo: finalmente entrò in una città tutta piena di Ebrei e cercò d'un mercante di pannine. - Ce l'avreste una stoffa di seta così e così?

E l'Ebreo: - Come se ce l'ho? Ce n'ho anche di più belle.

Così il Re ebbe il vestito da fidanzamento per la figlia. Maria corse dalla balia tutta in lagrime. - Non ti sgomentare, figlia mia, - disse la balia, - chiedigliene un altro per le pubblicazioni: un abito color acqua del mare, con sopra tutti i pesci ricamati in oro.

Dopo qualche mese il servitore gli trovò anche quel vestito, laggiù nella città degli Ebrei. La balia suggerì allora a Maria di chiedergli un vestito per il giorno delle nozze ancor più bello degli altri: color dell'aria, con sopra il Sole, i pianeti e tutte le stelle. Il servitore fece il terzo viaggio e dopo sei mesi l'abito fu pronto.

- Adesso, - disse il Re, - figlia mia, non c'è più tempo da perdere, tra otto giorni ci sposiamo.

La cerimonia fu fissata ma intanto la balia aveva fabbricato per la ragazza un vestito di legno che la copriva da capo a piedi e che galleggiava sul mare.

Il giorno delle nozze Maria disse a suo padre che voleva fare un bagno e mise una colomba nella tinozza dell'acqua, legata per le zampe e un'altra colomba fuori della tinozza. La colomba di fuori voleva volar via ma era legata a quella in acqua e ognuna tirava dalla sua parte, e svolazzando nella tinozza la colomba che era nell'acqua faceva uno sciacquio come una persona che si lava. Intanto Maria si mise il vestito di legno, e sotto la gonna di legno nascose i tre vestiti color dei prati, color dell'acqua, color dell'aria, e scappò. Il padre sentendo sempre quello sguazzare di colombe nell'altra stanza non s'accorse di niente.

Maria se ne andò al mare e cominciò a camminare per il mare col vestito che galleggiava. Cammina cammina sulle onde arrivò in un posto dove c'era un figlio di Re che stava pescando con dei pescatori. Vide quella donna di legno che camminava sul mare e disse: - Un pesce così non l'ho mai visto; peschiamolo e vediamo che cos'è -. Fece gettar le reti e la tirarono a riva.

- Chi siete? e da dov'è che venite? - le chiesero.

E Maria rispose: Sono Maria di Legno, / Fatta con ingegno, / Fatta con arte, / Viaggio per ogni parte.

- E cosa sapete fare?

- Tutto e niente.

Allora il figlio del Re la portò a Palazzo e la mise a guardare le oche. Alla Corte la notizia che c'era una guardiana d'oche tutta di legno fece molta meraviglia e venivano da ogni paese per vederla mentre seguiva le oche sui prati o sugli stagni, camminando o galleggiando come voleva.

Ma alla domenica, quando nessuno la vedeva, Maria di Legno si toglieva il vestito galleggiante, si scioglieva sulle spalle nude le belle trecce nere, e saliva su un albero. Lì cominciava a pettinarsi e le oche le si mettevano tutte intorno all'albero e cantavano: Pa-paparapà / Bella donna che sta qua, / Pare la Luna, pare il Sole, / Figlia di Re o d'Imperatore.

Ogni sera Maria di Legno tornava a Palazzo con una cesta d'uova e una sera trovò il figlio del Re che si preparava per andare a un ballo e cominciò a scherzare.

- Dove vai, figlio di Re? / - Non lo devo dire a te. / - Non mi porti con te a ballare? / - Io ti tiro questo stivale!

E le tirò dietro uno stivale. Maria se n'andò al suo pollaio, tirò fuori il vestito color dei prati, con sopra tutti i fiori del mondo e andò al ballo anche lei.

Al ballo questa dama sconosciuta era la più bella di tutte, con quel vestito che non se n'era mai visto l'uguale. Il figlio del Re la invitò a ballare e si mise a domandarle di dov'era e come si chiamava. Maria disse: - Sono la Contessa di Battistivale -. Il figlio del Re non voleva crederci, perché non aveva mai sentito quel nome, ma nessuno conosceva quella dama, e lei non diceva nient'altro che Battistivale. Il figlio del Re s'era proprio innamorato di lei e le regalò uno spillo d'oro che lei si mise nelle trecce, e poi tutta ridente se ne scappò dalla festa. Il figlio del Re diede ordine ai suoi servi che le corressero dietro e vedessero dove andava, ma lei gettò per terra una manciata di monete d'oro e i servi si misero a raccogliere le monete e a litigare tra loro.

La sera dopo il figlio del Re per metà malinconico e per metà pieno di speranze si preparava ad andare alla festa. Arrivò Maria di Legno con le sue uova. - Maestà, anche stasera vai al ballo?

- Non mi seccare: ci ho altro per la testa!

- E a me non mi porti?

Allora il figlio del Re, annoiato, prese una paletta dal focolare e le diede una botta con la paletta. Maria di Legno se ne andò in pollaio, si mise la veste color acqua con sopra tutti i pesci del mare e andò alla festa. Il figlio del Re era tutto contento di poter ballare con lei. - Ditemi chi siete, questa volta. - Sono la Marchesa di Battipaletta, - disse Maria questa volta e non ci fu verso di cavarle altro di bocca.

Il figlio del Re le diede un anello coi brillanti e lei scappò come la sera prima e disperse i servitori a suon di manciate di monete d'oro. Il Re era più innamorato che mai.

La sera dopo non aveva proprio voglia di sentir le uscite di Maria di Legno. Appena venne a chiedergli se la portava al ballo, le diede con le briglie sulla schiena, perché stava preparando i finimenti al cavallo. Al ballo trovò la dama con un vestito più bello ancora delle altre sere, color dell'aria, con sopra il sole, i pianeti e le stelle, e gli disse di essere la Principessa di Battibriglie. Il figlio del Re le regalò un medaglione col suo ritratto.

E neanche quella sera i servitori riuscirono a seguirla.

Il figlio del Re s'ammalò di mal d'amore, e i medici non ci capivano niente, e non voleva mangiare neanche un cucchiaio di minestra. Un giorno, a sua madre che gli stava sempre intorno perché mangiasse qualcosa, disse: - Sì, m'è venuta voglia d'una pizza. Fatemela voi, mamma, con le vostre mani.

La Regina andò in cucina e c'era Maria di Legno. - Lasci fare a me, Maestà, che l'aiuto, - disse e si mise a infornare e impastare la pizza.

Il figlio del Re cominciò a mangiare la pizza e la trovava buona e faceva i complimenti a sua madre, quando sotto i denti sentì duro, e c'era la spilla, quella che lui aveva regalato alla bella sconosciuta. - Mamma, chi è che ha fatto questa pizza?

- Io, perché?

- Ma no, dimmi davvero chi l'ha fatta.

E la Regina dovette dirgli che l'aveva aiutata Maria di Legno. Il figlio disse subito che gliene facesse fare un'altra.

Venne la seconda pizza di Maria di Legno e dentro il figlio del Re ci trovò il suo anello di brillanti.

"Maria di Legno deve saper qualcosa della bella sconosciuta", si diceva il giovane e ordinò che gliene facesse una terza. E quando ritrovò il medaglione col suo ritratto, s'alzò da letto svelto come fosse guarito e corse nel pollaio. Trovò tutte le oche intorno all'albero che cantavano: Pa-paparapà, / Bella donna che sta qua, / Pare la Luna, pare il Sole, / Figlia di Re o d'Imperatore, e alzati gli occhi sui rami vide la bella sconosciuta che usciva dalla scorza di legno e si pettinava le trecce. Maria gli raccontò la sua storia e in men che non si dica furono sposi felici.


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