Folk Tale

L'amore delle tre melagrane

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU408
LanguageItalian
OriginItaly

Un figlio di Re mangiava a tavola. Tagliando la ricotta, si ferì un dito e una goccia di sangue andò sulla ricotta. Disse a sua madre: - Mammà, vorrei una donna bianca come il latte e rossa come il sangue.

- Eh, figlio mio, chi è bianca non è rossa, e chi è rossa non è bianca. Ma cerca pure se la trovi. Il figlio si mise in cammino. Cammina cammina, incontrò una donna: - Giovanotto, dove vai? - Eh sì, lo dirò proprio a te che sei donna!

Cammina cammina, incontrò un vecchierello. - Giovanotto, dove vai?

- A te sì che lo dirò, zi' vecchio, che ne saprai certo più di me. Cerco una donna bianca come il latte e rossa come il sangue.

E il vecchierello: - Figlio mio, chi è bianca non è rossa e chi è rossa non è bianca. Però, tieni queste tre melagrane. Aprile e vedi cosa ne vien fuori. Ma fallo solo vicino alla fontana.

Il giovane aperse una melagrana e saltò fuori una bellissima ragazza bianca come il latte e rossa come il sangue, che subito gridò: Giovanottino dalle labbra d'oro / Dammi da bere, se no io mi moro.

Il figlio del Re prese l'acqua nel cavo della mano e gliela porse, ma non fece in tempo. La bella morì.

Aperse un'altra melagrana e saltò fuori un'altra bella ragazza dicendo: Giovanottino dalle labbra d'oro / Dammi da bere, se no io mi moro.

Le portò l'acqua ma era già morta.

Aperse la terza melagrana e saltò fuori una ragazza più bella ancora delle altre due. Il giovane le gettò l'acqua in viso, e lei visse.

Era ignuda come l'aveva fatta sua madre e il giovane le mise addosso il suo cappotto e le disse: - Arrampicati su questo albero, che io vado a prendere delle vesti per coprirti e la carrozza per portarti a Palazzo.

La ragazza restò sull'albero, vicino alla fontana. A quella fontana, ogni giorno, andava a prender l'acqua la Brutta Saracina. Prendendo l'acqua con la conca, vide riflesso nell'acqua il viso della ragazza sull'albero.

E dovrò io, che sono tanto bella, / Andar per acqua con la concherella?

E senza starci a pensar su, gettò la conca per terra e la mandò in cocci. Tornò a casa, e la padrona: - Brutta Saracina! Come ti permetti di tornare a casa senz'acqua e senza brocca! - Lei prese un'altra brocca e tornò alla fontana. Alla fontana rivide quell'immagine nell'acqua. "Ah! sono proprio bella!", si disse.

E dovrò io, che sono tanto bella, / Andar per acqua con la concherella?

E ributtò per terra la brocca. La padrona tornò a sgridarla, lei tornò alla fontana, ruppe ancora un'altra brocca, e la ragazza sull'albero che fin allora era stata a guardare, non poté più trattenere una risata.

La Brutta Saracina alzò gli occhi e la vide. - Ah, voi siete? E m'avete fatto rompere tre brocche? Però siete bella davvero! Aspettate, che vi voglio pettinare.

La ragazza non voleva scendere dall'albero, ma la Brutta Saracina insistette: - Lasciatevi pettinare che sarete ancor più bella.

La fece scendere, le sciolse i capelli, vide che aveva in capo uno spillone. Prese lo spillone e glielo ficcò in un'orecchia. Alla ragazza cadde una goccia di sangue, e poi morì. Ma la goccia di sangue, appena toccata terra, si trasformò in una palombella, e la palombella volò via.

La Brutta Saracina s'andò ad appollaiare sull'albero. Tornò il figlio del Re con la carrozza, e come la vide, disse: - Eri bianca come il latte e rossa come il sangue; come mai sei diventata così nera?

E la Brutta Saracina rispose: È venuto fuori il sole, / M'ha cambiata di colore. E il figlio del Re: - Ma come mai hai cambiato voce?

E lei: È venuto fuori il vento, / M'ha cambiato parlamento.

E il figlio del Re: - Ma eri così bella e ora sei così brutta!

E lei: È venuta anche la brezza, / M'ha cambiato la bellezza.

Basta, lui la prese in carrozza e la portò a casa.

Da quando la Brutta Saracina s'installò a Palazzo, come sposa del figlio del Re, la palombella tutte le mattine si posava sulla finestra della cucina e chiedeva al cuoco: O cuoco, cuoco della mala cucina, / Che fa il Re con la Brutta Saracina?

- Mangia, beve e dorme, - diceva il cuoco.

E la palombella: Zuppettella a me, / Penne d'oro a te.

Il cuoco le diede un piatto di zuppetta e la palombella si diede una scrollatina e le cadevano penne d'oro. Poi volava via.

La mattina dopo tornava: O cuoco, cuoco della mala cucina, / Che fa il Re con la Brutta Saracina? - Mangia, beve e dorme, - rispondeva il cuoco.

Zuppettella a me, / Penne d'oro a te.

Lei si mangiava la zuppettella e il cuoco si prendeva le penne d'oro.

Dopo un po' di tempo, il cuoco pensò di andare dal figlio del Re a dirgli tutto. Il figlio del Re stette a sentire e disse: - Domani che tornerà la palombella, acchiappala e portamela, che la voglio tenere con me.

La Brutta Saracina, che di nascosto aveva sentito tutto, pensò che quella palombella non prometteva nulla di buono; e quando l'indomani tornò a posarsi sulla finestra della cucina, la Brutta Saracina fece più svelta del cuoco, la trafisse con uno spiedo e l'ammazzò.

La palombella morì. Ma una goccia di sangue cadde nel giardino, e in quel punto nacque subito un albero di melograno.

Quest'albero aveva la virtù che chi stava per morire, mangiava una delle sue melagrane e guariva. E c'era sempre una gran fila di gente che andava a chiedere alla Brutta Saracina la carità di una melagrana.

Alla fine sull'albero ci rimase una sola melagrana, la più grossa di tutte, e la Brutta Saracina disse: - Questa me la voglio tenere per me.

Venne una vecchia e le chiese: - Mi date quella melagrana? Ho mio marito che sta per morire.

- Me ne resta solo una, e la voglio tenere per bellezza, - disse la Brutta Saracina, ma intervenne il figlio del Re a dire: - Poverina, suo marito muore, gliela dovete dare.

E così la vecchia tornò a casa con la melagrana. Tornò a casa e trovò che suo marito era già morto. "Vuol dire che la melagrana la terrò per bellezza", si disse.

Tutte le mattine, la vecchia andava alla Messa. E mentr'era alla Messa, dalla melagrana usciva la ragazza. Accendeva il fuoco, scopava la casa, faceva da cucina e preparava la tavola; e poi tornava dentro la melagrana. E la vecchia rincasando trovava tutto preparato e non capiva.

Una mattina andò a confessarsi e raccontò tutto al confessore. Lui le disse: - Sapete cosa dovete fare? Domani fate finta d'andare alla Messa e invece nascondetevi in casa. Così vedrete chi è che vi fa da cucina.

La vecchia, la mattina dopo, fece finta di chiudere la casa, e invece si nascose dietro la porta. La ragazza uscì dalla melagrana, e cominciò a far le pulizie e da cucina. La vecchia rincasò e la ragazza non fece a tempo e rientrare nella melagrana.

- Da dove vieni? - le chiese la vecchia.

E lei: - Sii benedetta, nonnina, non m'ammazzare, non m'ammazzare.

- Non t'ammazzo, ma voglio sapere da dove vieni.

- Io sto dentro alla melagrana... - e le raccontò la sua storia.

La vecchia la vestì da contadina come era vestita anche lei (perché la ragazza era sempre nuda come mamma l'aveva fatta) e la domenica la portò con sé a Messa. Anche il figlio del Re era a Messa e la vide. "O Gesù! Quella mi pare la giovane che trovai alla fontana!", e il figlio del Re appostò la vecchia per strada.

- Dimmi da dove è venuta quella giovane!

- Non m'uccidere! - piagnucolò la vecchia.

- Non aver paura. Voglio solo sapere da dove viene.

- Viene dalla melagrana che voi mi deste.

- Anche lei in una melagrana! - esclamò il figlio del Re, e chiese alla giovane: - Come mai eravate dentro una melagrana? - e lei gli raccontò tutto.

Lui tornò a Palazzo insieme alla ragazza, e le fece raccontare di nuovo tutto davanti alla Brutta

Saracina. - Hai sentito? - disse il figlio del Re alla Brutta Saracina, quando la ragazza ebbe finito il suo racconto. - Non voglio essere io a condannarti a morte. Condannati da te stessa.

E la Brutta Saracina, visto che non c'era più scampo, disse: - Fammi fare una camicia di pece e bruciami in mezzo alla piazza.

Così fu fatto. E il figlio del Re sposò la giovane.


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