Folk Tale

Le tre Regine cieche

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
LanguageItalian
OriginItaly

C'erano tre figli di Re, ma il Re era morto e la Regina pure. Era la balia che faceva andar avanti la casa. I tre figli di Re volevano prender moglie e avevano tre ritratti di tre che gli piacevano.

Dissero agli ambasciatori: - Girate il mondo. Se trovate tre che somigliano ai ritratti, portatele qua che le sposiamo -. Gli ambasciatori girarono il mondo senza trovar niente. Finalmente videro le tre figlie di un pescatore, che solo loro somigliavano ai ritratti. Le fecero vestire da regine e presentare ai tre figli di Re. Si piacquero e andarono a nozze.

Scoppiò una guerra. I tre figli di Re partirono e lasciarono la balia a capo della casa. Ma la balia, con quelle tre regine per casa, non poteva più fare e disfare come prima. Così disse a un ministro d'ammazzarle, e per contrassegno portarle le tre paia di occhi. Il ministro disse alle Regine: - Oggi fa bel tempo davvero, andiamo a spasso -. Si misero in carrozza e la carrozza non si fermò se non appiedi a una montagna. Scesero le tre Regine e poi il ministro. Il ministro cavò fuori una spada, e sospirando disse: - Ho l'onore di dirvi che vi uccido, e riporterò le tre paia d'occhi alla balia -. Le tre Regine risposero: - No, guardi, non ci uccida: piuttosto ci lasci qui in questa montagna. Per gli occhi, adesso glieli diamo noi.

Si cavarono gli occhi e li consegnarono al ministro, che piangeva. Quando i tre figli di Re tornarono e chiesero delle tre Regine, la balia disse che erano morte per disgrazia. I tre vedovi giurarono di non prendere più moglie.

Le tre Regine cieche dentro una spelonca, mangiavano erbe e radici. Aspettavano tutte e tre d'essere madri e una notte, tutte e tre insieme, diedero alla luce ognuna un bel bambino maschio. Erbe e radici era il loro cibo ed erbe e radici quello dei bambini. Quando non ci furono più erbe né radici, per non morir di fame tirarono a sorte: a chi toccava, il suo bambino lo mangiavano. Toccò alla maggiore e il suo bambino fu mangiato. Poi toccò al bambino della seconda sorella. La sorella minore visto che ormai toccava a lei, se lo prese in braccio e scappò via a tentoni.

Trovò un'altra grotta, e un posto con molte erbe. Così il bambino si fece grande, andava a caccia con uno schioppo di canna e portava alla mamma da mangiare. Poi ritrovò le altre due cieche e le riportò dalla mamma nella grotta.

Un giorno un figlio di Re che era suo padre andando a caccia lo incontrò in un bosco. Disse il figlio del Re: - Vieni con me.

E il ragazzo: - Vado a dirlo alla mamma -. La mamma disse di sì e il ragazzo andò.

La balia quando lo vide gli fece un po' di feste ma dentro di sé arricciò il naso. Il ragazzo nelle armi era il più bravo e coraggioso del Regno. La balia pensò di fargli proporre qualche prova perché non tornasse più. C'era stata molto tempo prima una parente, Reginella, rubata dalle fate. Disse la balia ai tre figli di Re: - Potrebbe andare questo giovane a ritrovare la parente -. E i tre figli di Re gliel'ordinarono.

Il giovane andò prima alla grotta dalle cieche a consigliarsi; poi si mise in via. In un deserto c'era un palazzo bianco e nero. S'avvicinò: e una voce lamentosa lo chiamava: - Vedi io dove sto? Vedi? E voltati! - Il giovane rispose: - No. Se mi volto, mi trasformo in un albero, - ed entrò nel palazzo bianco e nero. In una sala c'erano tre candele gialle accese. Il giovane le spense con un soffio: cessò l'incantesimo e d'un tratto si ritrovò nel palazzo dei tre figli di Re, con la bellissima Reginella parente, con la madre e con le zie che avevano ritrovato gli occhi. Il giovane sposò la Reginella. A tavola ognuno raccontava una storia. Le tre Regine raccontarono la loro e la balia tremava, tremava tanto che per scaldarla le fecero una camicia di pece e la arrostirono.


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