Folk Tale

Occhio-in-fronte

TitleOcchio-in-fronte
Book AuthorItalo Calvino
Chapter Nr.115
Language codeita
Origin (region)Abruzzo

C'erano due frati che andavano in questua. Per le montagne gli si fece scuro. Da una caverna usciva un po' di luce.

- Padrone di casa, - chiamarono, - ci date ricetto per stanotte?

- Entrate, - disse una voce, e fece rimbombare la montagna.

I frati entrarono: vicino al fuoco c'era un gigante con un occhio in fronte, che disse: - Favorite, qua non ci manca niente.

Spostò un macigno che non sarebbero bastate cento persone e chiuse la porta alle spalle dei frati, tutti tremanti.

- Io ho cento pecore, - disse Occhio-in-fronte, - ma l'anno è lungo e devo risparmiare. Dunque, chi mi devo mangiare per primo? Fratino o Fratone? Tirate a sorte.

I due frati buttarono le dita per tirare a sorte: e toccò a Fratone. Occhio-in-fronte lo infilò allo spiedo e lo mise a rosolare sulla brace; e girando lo spiedo, canterellava: - Stasera Fratò, domani Fratì, stasera Fratò, domani Fratì!

Fratino si tormentava tra il dolore per la fine del compagno e il pensiero di come scampare lui alla stessa sorte. Quando fu cotto Fratone, Occhio-in-fronte cominciò a mangiarlo, e ne diede una coscia anche a Fratino, che l'assaggiasse anche lui. Fratino fece finta di mangiare, ma si buttava la carne dietro le spalle.

Spolpate per bene le ossa di Fratone, Occhio-in-fronte si buttò sulla paglia. Fratino si rannicchiò accanto al fuoco e fece finta di dormire anche lui. Quando sentì Occhio-in-fronte grufolare come un maiale, preso lo spiedo, ne arroventò la punta finché non divenne rossa e zihhh! gliela ficcò nell'unico occhio.

Il gigante accecato balzò in piedi urlando e muoveva le mani dappertutto per acchiappare Fratino. Ma Fratino si ficcò in mezzo alle cento pecore. Occhio-in-fronte cominciò a tastare tutte le pecore a una a una, ma Fratino si spostava in mezzo al gregge e Occhio-in-fronte non lo acchiappava mai. Allora disse: - Ci penso io, quando sarà giorno!

Fratino allora, senza far rumore, prese il montone, lo scorticò, e la pelle del montone se la mise addosso. Appena si fece giorno, Occhio-in-fronte levò il macigno dalla bocca della caverna, e si mise piantato con una gamba di qua e una di là per tastare tutto quel che usciva e lasciar passare le pecore ma non Fratino. Chiamò per primo il montone, e venne avanti Fratino camminando sulle mani e sui piedi, dondolando il campanaccio. Occhio-in-fronte lo carezzò sul dorso e disse: - Tu vai pure, - e passò a tastare le pecore che uscivano una per una. Così Fratino fu libero e corse via, contento e beato.

Ma uscite che furono tutte le pecore, Occhio-in-fronte si mise a frugare per la caverna e gli capitò sotto le mani il montone scuoiato. Capì che quello che aveva creduto il montone era Fratino camuffato e uscì dalla caverna per inseguirlo. Andò avanti alla cieca, annusando l'aria, e quando sentì d'essergli vicino, gridò: - Fratino, me l'hai fatta! Sei più in gamba di me! Tieni quest'anello, come segno che m'hai vinto! E gli buttò un anello. Fratino lo raccolse e se lo mise al dito. Ma era un anello fatato: una volta che l'ebbe al dito, Fratino cercava di scappare via da Occhio-in-fronte e invece scappava avvicinandoglisi. Più cercava di scappare, più gli veniva vicino. Cercò di togliersi l'anello dal dito, ma l'anello non usciva più. Ormai era quasi nelle mani di Occhio-in-fronte: allora si tagliò il dito con l'anello e glielo scaraventò sul muso: e sull'istante fu libero e poté scappare.

Occhio-in-fronte aperse la bocca e inghiottì il dito di Fratino: - Almeno t'ho assaggiato! - disse.


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