Folk Tale

La Borea e il Favonio

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
LanguageItalian
OriginItaly

Una volta alla Borea venne voglia di prender marito. Andò dal Favonio e gli disse: - Don Favonio, vuoi essere il mio sposo?

Il Favonio era un tipo attaccato ai quattrini e le donne non gli andavano a genio. Così, senza tanti complimenti, le disse: - No, Donna Borea, perché non hai neanche un soldo di dote.

La Borea, punta sul vivo, si mise a soffiare con tutte le sue forze, senza fermarsi un minuto, col rischio di farsi scoppiare i polmoni. Soffiò per tre giorni e tre notti di seguito, e per tre giorni e tre notti nevicò fitto fitto: tutta la campagna, i monti e i villaggi si coprirono di neve.

Quando la Borea ebbe finito di stendere il suo argento intorno, disse al Favonio: - Eccoti la mia dote, tu che dicevi che non ne ho! Ti basta? - e andò a riposarsi della fatica di quei tre giorni passati a soffiare.

Il Favonio non si fece né in qua né in là; scrollò le spalle, e si mise a soffiare lui. Soffiò per tre giorni e tre notti, e per tre giorni e tre notti la campagna, i monti e i villaggi restarono sotto un fiato caldo che sciolse fin l'ultimo fiocco di neve.

La Borea, dopo che si fu riposata per bene, si svegliò, e vide che della sua dote non restava più nulla. Corse dal Favonio: - Dov'è andata tutta la tua dote, Donna Borea? - la canzonò il Favonio. - Allora, mi vuoi ancora per marito?

La Borea gli voltò le spalle: - No, Don Favonio, non vorrei mai essere tua sposa, perché in un giorno sei capace di mandarmi in fumo tutta la dote.


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