Folk Tale

Mastro Francesco Siedi-e-mangia

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
LanguageItalian
OriginItaly

Una volta si conta e si racconta che c'era un ciabattino che si chiamava Mastro Francesco, e poiché era un battifiacca lo chiamavano tutti Mastro Francesco Siedi-e-mangia. Questo Mastro Francesco aveva cinque figlie una più bella dell'altra, e brave come il sole. Ma con quel padre che lavorava poco e guadagnava ancora meno, non sapevano come fare a tirare avanti. S'alzava tardi, si vestiva, e via alla taverna, e tutto quel che guadagnavano le figlie se lo infilava sotto il naso.

Alla fine le figlie gli dissero che con le buone o con le cattive doveva mettersi a lavorare. Lui prende deschetto, forme e martello, si mette tutto in spalla, e comincia a girare il paese gridando: - Rattoppascarpe! - Ma chi mai l'aveva da chiamare, se tutti lo conoscevano come il primo battifiacca e ubriacone del paese! Quando vide che al suo paese avrebbe mangiato mosche, andò a un paese tre miglia distante. E anche lì: - Rattoppascarpe! rattoppascarpe! Chi vuole il rattoppascarpe! - Già gli mancava la voce e nessuno l'aveva ancora chiamato, e lo stomaco gli dava certe fitte da togliere il respiro.

Veniva sera, ed ecco che da un gran palazzo, lo chiama una Signora. Lui sale e la trova a letto. - Aggiustatemi questa scarpa che l'ho sfondata.

Mastro Francesco gliel'aggiustò del suo meglio e la Signora gli diede un tarì, e gli disse: - So che avete cinque figlie ragazze; io sono malata, ho bisogno d'esser servita bene; mi volete dare per cameriera una delle vostre figlie?

- Sissignora, - disse Mastro Francesco, - domani ve la mando.

Tornato a casa, raccontò tutto alle figlie e alla più grande disse: - Ci andrai tu, domani.

La mattina, la figlia si presentò alla Signora. - Ih, sei venuta, figlia! - disse la Signora. - Siedi qua, dammi un bacio. Ora tu con me devi vivere felice, con tutti i divertimenti e gli sciali che vuoi. Lo vedi, io non mi posso muovere da letto, perciò la padrona sei tu. Va' figlia, ora scopa la casa, fa' pulizia, poi pulisciti e vestiti bene anche tu, che quando torna mio marito trovi tutto in ordine.

La ragazza si mise a scopare, e solleva il copriletto che toccava terra per scopare là sotto. E cosa vede? Una coda lunga lunga e pelosa che usciva di sotto le lenzuola e finiva sotto il letto.

"Povera me! Dove son capitata! - fa tra sé la ragazza. - Mamma-Draga è, non Signora!", e piano piano si tirò indietro.

- Stammi bene a sentire, tu! - fece la Signora, e già aveva cambiato voce, - scopa da tutte le parti, ma non sotto il letto, hai capito?

La ragazza finse d'andare in un'altra stanza e quatta quatta se la svignò e tornò a casa. Suo padre, quando la vide: - Come, sei tornata?

- Padre, Mamma-Draga è, non Signora: sotto il letto ha una coda lunga così, nera e pelosa. Dite quel che volete, io non ci torno.

- Stattene a casa, allora, - disse Mastro Francesco, - e mandiamoci la seconda -. Alla seconda figlia, la Signora fece le stesse carezze e disse le stesse belle parole, ma anche lei s'accorse della coda e scappò a casa.

Mastro Francesco a quel buon salario della Signora, col quale poteva mangiare e vestirsi senza muovere un dito, ci teneva proprio. Così mandò dalla Signora la figliola seguente, e poi l'altra ancora, e infine la più piccola, e tutte tornarono a casa di corsa, spaventate dalla codaccia nera e pelosa.

- Meglio qua, - dicevano, - meglio qua a casa nostra, a lavorare notte e giorno, e guadagnarci il pane sudando sangue, coi nostri vecchi stracci, piuttosto che a casa della Draga, a mangiare e vestire bene con poca fatica, per poi finir mangiati! Padre, se vi piace tanto, andate voi dalla Draga.

Il padre non si poteva dar pace. E decise d'andar lui a servizio della Signora. Il servizio, tanto, era leggero e poteva mangiare e vestire come un principe.

E difatti, come un principe lo trattò la Signora: bei vestiti, buoni piatti, anelli d'oro, divertimenti e sciali. Tutto il suo lavoro era far la spesa, far pulizia alla camera, poi si sedeva, buttava una gamba qua e una là e se ne stava in panciolle tutto il giorno. Così passò un po' di tempo e Siedi-e-mangia ingrassava, ingrassava. Quando fu ben ingrassato, la Signora lo chiamò. Lui s'avvicinò al letto: - Cosa comanda, Signora?

La Mamma-Draga ghignò, l'afferrò per un braccio puntandogli dentro le unghie e gli disse: Siedi-e- mangia, Mangia-e-siedi, / Che parte vuoi ti mangi, / Dalla testa oppur dai piedi?

Tremando come una foglia, con un filo di voce, Mastro Francesco rispose: Chi alle figlie sue non crede / Sia mangiato per il piede.

Allora la Mamma-Draga lo prese per i piedi, succhiò e lo tirò su in un sorso, dritto dritto, senza neanche lasciargli le ossa.

Le figlie restarono tranquille e contente / E Mastro Francesco morì come un fetente. / E chi l'ha detto e chi l'ha fatto dire / Non debba della sua morte morire.


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