Folk Tale

Massaro Verità

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU889
LanguageItalian
OriginItaly

C'era una volta un Re, che aveva una capra, un agnello, un montone e un manzo. Siccome a questo bestiame ci teneva molto, soprattutto al manzo, voleva darli in mano soltanto a persona di fiducia. E la persona più di fiducia che conoscesse era un contadino, che tutti chiamavano Massaro Verità, perché in vita sua non aveva mai detto una bugia. Il Re lo fece venire e gli affidò gli animali. - Ogni sabato, - gli disse, - verrai al palazzo a darmi conto di tutte le bestie -. Difatti, ogni sabato, Massaro Verità scendeva dalla montagna, si presentava al Re, si toglieva la berretta e diceva: - Buon giorno a voi, Reale Maestà! / - Buon giorno a voi, Massaro Verità! / Com'è la capra? / - Bianca e ladra! / - Com'è l'agnello? / - Bianco e bello! / - Com'è il montone? / - Grasso e poltrone! / - Com'è il manzo? / - Grasso d'avanzo!

Il Re gli credeva sulla parola e dopo questa conversazione Massaro Verità se ne tornava sulla montagna.

Ma tra i ministri del Re ce n'era uno che vedeva con invidia il favore in cui il Re teneva il massaro, e un giorno disse al Re: - Possibile che quel vecchio massaro non sia proprio capace di dire bugie? Scommetto che sabato prossimo ve ne dice una.

- Se il mio massaro mi dice una bugia, sono pronto a rimetterci la testa! - esclamò il Re.

Così fecero la scommessa, e chi la perdeva doveva rimetterci la testa. Mancavano ormai tre giorni e il Ministro, più ci pensava, e meno riusciva a trovare la via per far sì che il sabato il massaro dicesse una bugia.

Ci pensò la mattina, ci pensò la sera, ci pensò la notte e sua moglie a vederlo così preoccupato, disse: - Che avete, cos'è questo malumore?

- Lasciami in pace, - rispose lui, - ci mancherebbe che te lo dovessi anche raccontare!

Ma lei lo pregò così gentilmente che alla fine riuscì a farselo dire. - Oh, tutto lì? Ci penso io, - fece.

Il mattino dopo la moglie del Ministro si mise i suoi vestiti più belli, i più ricchi gioielli, e una stella di diamanti in fronte. Poi salì in carrozza e si fece portare alla montagna dove Massaro Verità faceva pascolare la capra, l'agnello, il montone e il manzo. Arrivata che fu, scese di carrozza, si mise a guardare intorno. Il contadino, poveretto, a vedere una donna bella come non ne aveva mai viste, era in un mare di confusione. Leva panche e metti sgabelli (Nota 1 Leva panche e metti firrizzi (dial. siciliano): "toglie banchi e mette sgabelli, cioè si dà tutta premura di accogliere ecc..." (Pitrè).) , si faceva in quattro per accoglierla meglio che poteva.

- Oh, disse lei, - caro massaro, me lo volete fare un piacere?

- Nobile signora, lui rispose, - comandatemi. Quel che volete, lo farò.

- Vedete, sto aspettando un bambino, e ho una voglia di fegato di manzo arrostito, che se non me lo date io ci muoio.

- Nobile signora, - disse il massaro, - chiedetemi quel che volete, ma questa sola cosa non ve la posso concedere; infatti il manzo è del Re ed è la più cara bestia che lui abbia.

- Povera me! - gemette la donna, - devo proprio morire se non mi togliete questa voglia. Massaro, caro massaro, fàllo per carità! Il Re non ne sa niente, e tu gli puoi dire che il manzo è caduto giù dalla montagna!

- No, questo non lo posso dire, - disse il massaro, - e neppure il fegato posso darvelo.

Allora la donna si mise a piangere, a lamentarsi, e si buttò in terra e sembrava davvero che stesse per morire. Era tanto bella, che il cuore del contadino s'intenerì: ammazzò il manzo, fece arrostire il fegato e glielo diede. La donna tutta allegra lo mangiò in due bocconi, si licenziò in fretta in fretta dal massaro e se ne andò via in carrozza.

Il povero massaro restò lì solo e gli pareva di avere una pietra sul petto: "E ora che cosa andrò a dire al Re, sabato? Quando mi chiederà: - E com'è il manzo? - E io non potrò dirgli: - Grasso d'avanzo! -" Prese il bastone, lo piantò in terra e ci appese la sua mantellina; si mise lontano, poi si avvicinò di qualche passo, fece l'inchino, e cominciò rivolto al bastone: - Buon giorno a voi, Reale Maestà!

E poi, facendo un po' la voce del Re un po' la voce sua: - Buon giorno a voi, Massaro Verità! / Com'è la capra? / - Bianca e ladra! / - Com'è l'agnello? / - Bianco e bello! / - Com'è il montone? / - Grasso e poltrone! / - Com'è il manzo?

E lì restò senza parola. Cominciò a balbettare rivolto al bastone: - Reale Maestà... L'ho portato a pascolare... e s'è sdirupato giù da una cima di montagna... e s'è ammaccato le ossa... e poi è morto... - E s'impappinò.

"No, - rifletté, - non glielo dico, questo, al Re, questo è menzogna!" Piantò il bastone in terra in un altro posto, ci riappese la mantellina, rifece tutta la scena, l'inchino, la conversazione, ma alla domanda: "Com'è il manzo?" ricominciò a balbettare: - Maestà, me l'hanno rubato... i ladri...

Andò a letto, ma non riuscì a chiudere occhio. Alla mattina - era sabato - si mise in strada, a capo chino, sempre pensando a cosa dire al Re. A ogni albero che incontrava faceva l'inchino e diceva: - Buon giorno a voi, Reale Maestà! - e ricominciava il dialogo, ma non sapeva andare avanti. Alla fine, passa un albero, passa l'altro, gli venne in mente una risposta. "Ecco questa è la risposta da dare!" Era tornato tutto allegro, e a ogni albero che incontrava faceva l'inchino e ripeteva tutta la conversazione fino a quest'ultima battuta e ogni volta la risposta gli piaceva ancora di più.

Al palazzo, c'era il Re con tutta la Corte che l'aspettavano perché si decideva la scommessa. Massaro Verità si tolse la berretta e cominciò: - Buon giorno a voi, Reale Maestà! / - Buon giorno a voi, Massaro Verità! / Com'è la capra? / - Bianca e ladra! / - Com'è l'agnello? / - Bianco e bello! / - Com'è il montone? / - Grasso e poltrone! / - Com'è il manzo? / - Reale Maestà, / Vi dirò la verità: / Venne una dama d'alto mondo / Bella di faccia, di fianco rotondo, / Di sue bellezze io m'innamorai / E il manzo per l'amore suo ammazzai.

Detto questo Massaro Verità chinò il capo e aggiunse: - Ora, se mi volete mandare a morte, padrone, mandatemi; ma io ho detto la verità.

Il Re, per quanto addolorato per la morte del manzo, si rallegrò d'aver vinto la scommessa e regalò un sacco di monete d'oro a Massaro Verità. Tutta la Corte si mise ad applaudire, tranne il Ministro, che dovette pagare la sua invidia con la testa.


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