Folk Tale

I consigli di Salomone

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
LanguageItalian
OriginItaly

Una volta c'era un negoziante, e teneva un negozio di roba. Un giorno andando di mattina presto ad aprire il suo negozio, trovò, sullo scalino, un uomo morto. Per paura che l'arrestassero, partì, e abbandonò la moglie ed i tre figli. Arrivato a un paese, cercò lavoro, ma non ne trovava. Finalmente, sentì d'uno che cercava un servitore. In mancanza di meglio, disse: - Andiamoci -. Quel signore si chiamava Salomone: era un profeta, e tutti gli abitanti andavano da lui a chiedere consiglio. Il negoziante divenne servitore di Salomone, e gli voleva bene, e Salomone voleva bene a lui: così rimase lì vent'anni. Dopo vent'anni, non sapendo più niente della sua famiglia, gli venne il desiderio di andarla a rivedere, e disse al suo padrone: - Padrone, ho deciso d'andare a far visita ai miei: regoliamo il conto che io parto -. In vent'anni che era lì, non aveva preso ancora un soldo della paga che gli toccava. Il padrone fece il conto: gli venivano trecento scudi, e glieli diede.

Il servitore si congedò ed era giù per la scala, quando il padrone lo richiamò. - Tutti vengono a prender consigli da me, - gli disse, - e tu te ne vai così.

- Quanto vuoi per un consiglio? - gli chiese il servitore.

- Cento scudi.

Il servitore ci pensò su, tornò a salire, gli diede i cento scudi. - Dammi un consiglio.

E Salomone disse: - Non lasciare la via vecchia per la nuova.

- Eh! tutto qui? E per questo ho pagato cento scudi! - fece il servitore.

E Salomone: - È perché così te ne ricordi.

Il servitore tornò a scendere la scala, poi ci ripensò, risalì e disse: - Visto che ci sono, dammi un altro consiglio.

- Sono altri cento scudi, - fece Salomone. Il servitore gli diede altri cento scudi e il padrone disse il consiglio: - Non ti impicciare dei fatti altrui.

Il servitore pensò: "Adesso, per tornarmene a casa con cento scudi soltanto, tanto vale che torni a mani vuote e mi prenda un altro consiglio". E pagò gli ultimi cento scudi per questo consiglio: - La rabbia di oggi lasciala a domani.

Si voltò per andarsene, e ancora il padrone lo chiamò, gli diede una focaccia e gli disse: - Questa non tagliarla se non sei a tavola con tutta la famiglia.

Il servitore era in cammino, quando incontrò una compagnia di viaggiatori. - Vieni con noi? Passiamo di là e si fa la strada assieme.

"Ho dato cento scudi al mio padrone, - pensò il servitore, - per il consiglio di non lasciare la via vecchia per la nuova", e non andò con quelli, ma continuò per la sua strada.

Continuando ad andare, dopo un po' sentì spari, gridi, lamenti: era la compagnia di viaggiatori che era stata assalita dai banditi ed erano stati tutti uccisi. "Belli e benedetti gli siano quei cento scudi, al mio padrone, - pensò il servitore, - il suo consiglio m'ha salvato la vita".

Gli si fece buio in una campagna deserta, e non sapeva dove trovar asilo. Finalmente trovò una casa solitaria, bussò, chiese alloggio per la notte e lo fecero entrare. Il padron di casa fece da cena, preparò tavola, e si sedettero a mangiare. Finito di mangiare, aperse un sotterraneo, e dal sotterraneo uscì una donna cieca. Il padron di casa le versò la minestra in un teschio di morto e le diede un pezzo di canna per cucchiaio. La cieca mangiò, l'uomo la fece scendere di nuovo nel sotterraneo e la rinchiuse.

Poi si voltò al passeggero: - Che ne dici di questo che hai visto?

Il servitore si ricordò del secondo consiglio e rispose: - Penso che avrete le vostre ragioni.

Allora il padron di casa disse: - Quella è mia moglie; quando io partivo, lei riceveva un altro uomo; una volta son tornato e li ho trovati insieme. Il piatto in cui lei mangia è la testa di quell'uomo, e il cucchiaio è la canna con cui gli ho tolto gli occhi. Be', come ti pare? Ben fatto o mal fatto?

- Se avete trovato giusto di farlo, vuol dire che è ben fatto, - disse il passeggero.

- Bravo, - fece il padron di casa, - tutti quelli che mi rispondono che è mal fatto io li ammazzo.

E il passeggero pensò: "Benedetti gli siano anche quegli altri cento, che m'hanno salvato la vita un'altra volta".

La sera dopo arrivò al suo paese. Cercò la sua strada, la sua casa. C'erano luci alle finestre, ed ecco che vide sua moglie affacciata con un bel giovane, e lo carezzava in viso con grande confidenza. A lui venne una rabbia così forte che voleva subito sparare; ma pensò: "Ho dato cento scudi al mio padrone per il consiglio: la rabbia d'oggi lasciala a domani".

Allora, invece di sparare andò a domandare a una donna che stava lì di fronte: - Chi è che sta in quella casa?

- Ci sta una donna che è tutta contenta, perché suo figlio è tornato oggi di seminario e ha detto la prima messa, e lei non finisce più di fargli feste.

E l'uomo pensò: "Belli e benedetti anche gli ultimi cento scudi, che m'hanno per la terza volta salvato la vita". Salì a casa sua, la moglie aperse, i figli non lo riconoscevano, s'abbracciarono tutti. Quando se n'andarono i vicini, si sedettero a tavola, e l'uomo tagliò la focaccia: c'erano dentro i trecento scudi, che Salomone gli aveva preso perché si ricordasse dei consigli.


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