Folk Tale

Il dimezzato

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU675
LanguageItalian
OriginItaly

Una donna aspettava un bambino, e aveva voglia di prezzemolo. Vicino a lei stava una strega, una strega famosa, e aveva un orto tutto di prezzemolo. La porta dell'orto era sempre aperta perché di prezzemolo ce n'era tanto, che chi voleva poteva anche prenderselo. La donna che aveva voglia di prezzemolo entrò, si mise a mangiare prezzemolo foglia a foglia, e mangia che ti mangia, finì per far piazza pulita di mezzo orto. Quando la strega tornò e vide l'orto per metà pelato che non c'era più neanche un filo verde, disse: - Ieh!... Tutto me lo vogliono mangiare... Domani starò di guardia a vedere chi viene.

Torna la donna l'indomani, e si mette a mangiare il resto del prezzemolo. Aveva appena finito di brucare l'ultima piantina, che saltò fuori la strega e disse: - Ieh!... Sei tu che m'hai mangiato tutto il prezzemolo?

La donna si spaventò: - Per carità, mi lasci andare, aspetto un bambino...

- Sì che ti lascio andare, - disse la strega, - basta che il bambino o la bambina che ti nascerà, quando avrà sette anni, sia mezzo per te e mezzo per me.

E la donna, spaventata, gli disse di sì, pur di poter scappare via.

Le nacque un figlio maschio. Cresce, compie i sei anni, e un giorno, passando dalla strada della strega, questa lo vede e gli dice: - Di', ricorda a tua madre che ci manca un anno.

Il bambino andò a casa e disse: - Mamma, m'ha detto una vecchia che ci manca un anno.

- E tu, - gli disse, - se lo torna a dire, dille così che è matta.

Al bambino mancavano tre mesi a compiere i sette anni e la strega gli disse: - Dille a tua madre che ci manca tre mesi.

E lui: - Cara lei, lei è matta!

E la vecchia: - Sì, sì, vedremo se son matta!

Dopo tre mesi la vecchia prende il bambino per strada e se lo porta a casa. Lo stende su una tavola, e con un coltello lo taglia in due metà per il lungo, mezza testa e mezzo corpo.

A uno di questi mezzi disse: - Tu va' a casa, - e all'altro mezzo disse: - Tu resta con me.

Un mezzo resta e l'altro mezzo va a casa. Va a casa e dice a sua madre: - Hai visto mamma, cosa mi ha fatto, quella vecchia? E tu dicevi che era matta! - E la mamma dovette aprir le braccia e star zitta. Questo mezzo ragazzo viene grande e non sapeva che mestiere fare: decide di fare il pescatore. Un giorno va a pescare all'anguillaia e prende un'anguilla lunga quanto lui. La tira su e l'anguilla gli dice: - Lasciami andare che tornerai a pescarmi -. Lui la ributta in acqua, butta ancora la rete e la tira su piena d'anguille. Tornò con la barca che traboccava d'anguille da tutte le parti e guadagnò un sacco di quattrini.

Il giorno dopo, ripescò ancora quell'anguilla grande, che gli dice: - Lasciami andare, che per l'amor dell'anguillina, qualunque cosa vorrai, sarà fatto, - e lui subito la lasciò.

Un giorno, andando come al solito a pescare, passò davanti al palazzo del Re. C'era la figlia del Re al balcone con le damigelle. La figlia del Re vede quest'uomo con mezza testa, mezzo corpo e una gamba sola e scoppia a ridere. Lui alza l'occhio verso di lei e le dice: - Ah, tu ridi... E allora, per l'amor dell'anguillina, la figlia del Re abbia un figlio da me.

Dopo un po' la figlia del Re si mise ad aspettare un bambino e i genitori se ne accorsero. - Ma com'è questa storia? - le chiesero.

- Mah, io non ne so niente, - dice la ragazza.

- Come? Non ne sai niente? Chi è il padre?

- Davvero, non lo so, non so niente, - e nonostante tutte le richieste dei genitori, che le dicevano che parlasse pure, ché la perdonavano, lei continuava a dire di non sapere nulla. Allora cominciarono a maltrattarla, ad avvilirla, e lei non sapeva darsi pace.

Nacque il bambino, un bellissimo figlio maschio, ma i genitori piangevano per il disonore d'avere in casa un bambino senza padre e chiamarono un Mago perché l'indovinasse lui. Il Mago disse: - Aspettiamo che il bambino abbia un anno.

Quando ebbe un anno, - Bisogna, - disse il Mago, - far corte bandita di tutti i signori della città, e quando i signori saranno in sala, bisogna che sia portato intorno questo bambino con una mela d'oro e una mela d'argento. La mela d'oro la darà a suo padre e la mela d'argento la darà a suo nonno.

Il Re mandò fuori i manifesti e fece preparare una gran sala con tanti seggioloni intorno. Quando tutti i signori della città furon seduti sui seggioloni, fece chiamare la balia col bambino in braccio e gli diede le due mele in mano. - Questa è per tuo padre, e questa per tuo nonno.

La balia gira intorno alla sala, ritorna davanti al Re e il bambino gli dà la mela d'argento.

- Che sono tuo nonno lo so, purtroppo, - dice il Re, - ma voglio sapere chi è tuo padre.

Ma il bambino girava, girava, e la mela d'oro non la dava a nessuno.

Fu richiamato il Mago. - Adesso, - disse il Mago, - faccia corte bandita di tutti i poveri della città, - e il Re mandò fuori il manifesto.

Quando il Mezzo sentì che a palazzo c'era corte bandita di tutti i poveri, disse a sua madre: -

Preparami la mia mezza camicia, la mia mezza giacchetta, il mio pantalone, la mia scarpetta e la mia mezza berretta ché sono invitato dal Re.

Tutto il salone era pieno di poveracci, pescatori, mendicanti. Intorno il Re aveva fatto mettere delle panche. La balia col bambino cominciò a girare intorno e il bambino aveva la mela d'oro in mano. - Su bello, - gli diceva la balia, - dàlla al tuo papà, - e girava intorno. Appena il bambino vide il Mezzo, si mise a sorridere, gli buttò le braccia al collo, e disse: - Papà, piglia questa mela!

E dalle panche intorno tutti i poveri scoppiarono in una risata: - Iiieeeh! Di chi s'è innamorata la figlia del Re!

In mezzo a tutti, solo il Re conservò la calma. - Dunque, - disse, - questo sia lo sposo di mia figlia!

E le nozze furono tosto celebrate. Gli sposi uscirono di chiesa e credevano che ad aspettarli ci fosse una carrozza. C'era una botte invece, una gran botte vuota: il Mezzo, la sua sposa e il bambino ci furono fatti entrare e chiusi dentro, e poi la botte fu gettata in mare.

Il mare era in burrasca, e la botte scompariva e riappariva tra le onde, finché non si vide più, e tutti dal palazzo del Re dissero che era andata a fondo.

Galleggiava, invece. E là dentro il Mezzo, sentendo che la figlia del Re moriva di paura, le disse: - Sposa, vuoi che faccia approdare la botte su una spiaggia?

E la sposa con un fil di voce: - Se sei capace, sì.

Detto fatto, per l'amor dell'anguillina, la botte si trovò in secco su una spiaggia. Il Mezzo ruppe il fondo e tutti e tre vennero fuori. Era ora di desinare, e per l'amor dell'anguillina apparve una tavola apparecchiata per tre, piena di pietanze e di bevande. Dopo che ebbero ben mangiato e ben bevuto, il Mezzo disse: - Sei contenta di me, sposa?

- Sarei contenta ancor di più, - disse lei, - se invece di mezzo, tu fossi intero.

Allora lui disse tra sé: "Per l'amor dell'anguillina, ch'io venga intero e più bello di prima", e sul momento diventò un bellissimo giovane, tutto intero, e vestito da gran signore. - Sei contenta?

- Sì, contenta son contenta, ma lo sarei ancor di più se invece che su una spiaggia deserta, fossimo in un bel palazzo.

E lui, tra sé: "Per l'amor dell'anguillina, che noi possiamo trovarci in un bel palazzo con due alberi di melo, uno per parte, uno che faccia le mele d'oro e uno le mele d'argento, e ci siano camerieri, maggiordomi, damigelle e tutto quello di cui c'è bisogno in un palazzo".

Aveva appena pensato quello che ci fu tutto, palazzo, mele, maggiordomi.

Dopo pochi giorni, il Mezzo che non era più mezzo ma intero, fece corte bandita di tutti i Re e le Regine dei dintorni, e venne anche il padre della sposa. Il Mezzo, ricevendoli sulla porta, disse loro: - Vi raccomando una sola cosa, di non toccare quelle mele d'oro e quelle mele d'argento: guai a chi gli capitasse di toccarle.

- Stia tranquillo, stia tranquillo, - dissero gli invitati. - Terremo le mani a posto.

Si mettono a mangiare e a bere, e intanto il Mezzo dice tra sé: "Per l'amor dell'anguillina, che una mela d'oro e una mela d'argento vadano nelle tasche di mio suocero".

Dopo pranzo, conduce gli ospiti a passeggio in giardino e vede che mancano due mele. - Chi è stato? - chiede.

Tutti quei Re dicono: - Io no. Io non ho toccato niente.

Il Mezzo dice: - V'avevo avvertito prima che quelle mele non volevo che fossero toccate. Ora mi tocca passare la visita alle loro Maestà.

E cominciò a frugare, Re per Re e Regina per Regina. Nessuno aveva mele addosso. Alla fine toccò al suocero, e gli trovò le due mele. Una per tasca. - Hai visto! Tra tutti, nessuno ha avuto il coraggio di toccare niente e solo lei me ne ha rubato due! Adesso avrà da fare con me!

- Ma io non so niente... - s'affannava a dire il Re. - Io non so come sia... io non le ho prese, posso giurarlo!

E il Mezzo: - Così, con tutte le prove contro, vorrebbe dire d'essere innocente?

E il Re: - Sì.

- Allora, com'è innocente lei, era innocente sua figlia, ed è giusto che quel che ha fatto di sua figlia faccia io di lei.

In quel momento si presentò la sposa. - Non sia mai detto, - fece, - che per causa mia mio padre abbia a soffrire; se pure lui m'ha usato crudeltà, è tuttavia sempre mio padre e domando grazia per lui. E il Mezzo, mosso a compassione, gli fece grazia. Il Re, contento d'aver ritrovato sua figlia che credeva morta, e d'aver saputo ch'era innocente, li condusse tutti con sé al suo palazzo e là vissero sempre assieme in buona pace e carità, e se non son morti saranno ancora là.


Text viewBook