Folk Tale

Il nonno che non si vede

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU900
LanguageItalian
OriginItaly

Una volta c'era una madre con tre figlie, più povere che mai. Tanto che un giorno una di queste tre ragazze disse: - Senti, piuttosto di star qui a penare, voglio andarmene pel mondo a veder se trovo la mia fortuna -. E così, prese e se ne andò.

Cammina e cammina finché non s'imbatte in un palazzo. Vede la porta aperta e dice: "Andrò su a vedere se han bisogno d'una serva". Va su e dice: - Ehi, di casa! - Nessuno le risponde. Va in cucina, e vede che c'è la pentola che bolle. Apre una credenza e vede che c'è pane, c'è riso, c'è bottiglie di vino, c'è di tutto, e dice: - Qua c'è di tutto, io ho fame, mi faccio subito una bella minestra.

Mentre sta dicendo queste parole, vede due mani che apparecchiano la tavola. Le mani mettono in tavola un piatto di riso, e la ragazza dice: - Allora mangio, - e si mette subito a mangiare. Mangiato il riso, le mani le portano un pollastro, e la ragazza mangia tutto. - Eh sì, - dice, - ero proprio fiacca, ma adesso sto un po' meglio.

Va a girare il palazzo e vede una bella stanza da ricevimenti, un tinello, una camera da letto col baldacchino. - Guarda che bel letto! Adesso mi ci corico! - Difatti, ci dormì tutta la notte.

Al mattino, appena sveglia, le compaiono le solite due mani col vassoio del caffè. Beve il caffè, e le mani le riportano via la tazza sul vassoio. Si veste e passa in una grande sala, dove c'è un armadione pieno d'abiti, scialli, gonne e tutto lo sfoggio che si può portare. La ragazza si spoglia di tutte le sue miserie e si veste da gran Regina. Se prima era bella, vestita così era bella da non dirsi.

C'era una pergola e la bella s'affacciò: proprio in quel mentre, stava passando un Re. Questo Re vede la bella giovane e le chiede come può fare a parlarle perché gli ha preso per lei una grande inclinazione. La ragazza risponde che non ha babbo né mamma, ma che se ripassa un'altra volta, gli darà una risposta. Il Re fa tanti inchini e va via con la sua carrozza.

La ragazza rientra in casa, va al camino, e si mette a dire: - Caro signore, io mi sono ritrovata in questo palazzo senza veder nessuno, e ora avrei questo Re che ha un'inclinazione: cosa devo dirgli quando viene a sentire una risposta?

Dal camino, sentì una voce che le rispondeva: - Ah, sii tu benedetta, che bella sei e sempre più bella diventerai! Digli che hai un povero nonno malato e solo, che è contento che ti sposi, basta che non aspetti tanto tempo per le nozze. Ora va', che bella sei e sempre più bella diventerai -. E la ragazza sempre più bella diventava.

Il giorno dopo, va al balcone e in quel mentre passa il Re e appena la vede le chiede la sua risposta. Lei gli risponde che in casa non può farlo entrare perché ha il suo povero nonno malato. Ma suo nonno è contento che si sposino, purché facciano presto, e intanto faranno all'amore discorrendo sul balcone. Il Re era tutto allegro.

Fecero all'amore dal balcone per otto giorni. Passati gli otto giorni, la ragazza va sotto al camino e dice: - Nonno, sono otto giorni che facciamo all'amore. Cosa dice?

Il nonno le risponde: - Prendilo pure per sposo, e comincia a portar via tutta la roba da casa. Quello che ti raccomando è che tu non mi lasci niente: ricordatelo bene, bada: devi portare via tutto! E adesso va', che bella sei e sempre più bella diventerai -. E lei sempre più bella diventava.

Va al balcone e appena vede il Re gli dice di preparare le nozze, e che intanto faccia venire carrozze e cavalli per portar via tutto quel che c'è nel palazzo. Passarono otto giorni a portar via roba. E il Re disse a suo padre: - Guarda, papà, che bella roba ha questa mia sposa. Neanche noialtri che siamo Re ne abbiamo di così bella. E vedrai, poi, che bella ragazza!

La fidanzata, intanto, aveva scopato tutto il palazzo, e buttato via scope e spazzatura. Adesso era rimasto tutto vuoto. C'era solo una collana d'oro, che voleva mettersi al momento d'uscire, e l'aveva lasciata appesa a un chiodo. Intanto dal balcone, vede venire il Re sul tiro a due: allora andò al camino e disse: - Nonno, guardi che io vado via, perché è venuto a prendermi il mio sposo. Stia tranquillo che ho portato via tutto e ho anche scopato il palazzo.

- Brava, - disse il nonno, - ti ringrazio: bella sei e sempre più bella diventerai.

Sempre più bella, la ragazza salì nella carrozza, abbracciata dal Re; e così partirono. A metà strada si tocca il collo ed esclama: - Ah, poveretta me, ho dimenticato la mia collana d'oro... Presto, torniamo indietro!

Dice il Re: - Eh, lasciala là, te ne faremo fare un'altra ancora più bella!

Ma lei volle tornare indietro a tutti i costi. Smontò di carrozza e salì nel palazzo, mentre il Re l'aspettava giù. La ragazza andò al camino e disse: - Nonno?

- Cosa vuoi?

- Per carità, mi perdoni, ché ho dimenticato la mia collana d'oro, - e così dicendo la staccò dal chiodo.

- Va' via di qua! - gridò la voce dal camino. - Va' via, brutta barbuta! T'ho raccomandato tanto di portar via tutto e non dimenticar niente! Va' via, brutta barbuta!

In quel momento, la ragazza si stava infilando la collana, e sentì del pelo sotto le sue dita. Si guardò nello specchio: aveva una barba lunga fino a mezzo il petto.

Quando scese così giù dalle scale, lo sposo si mise le mani nei capelli: - Te l'avevo detto di non tornare indietro! Adesso come faccio, che ho detto a mio padre che eri tanto bella? Non posso più accompagnarti a casa. Qua vicino ho un casolare nel bosco e ti terrò là.

Così fece, e ogni giorno andava a trovarla, perché le voleva ancora bene, e non le faceva mancar nulla. La cosa andò avanti per un pezzo, finché non giunse all'orecchio del Re che suo figlio faceva all'amore con una donna barbuta. Allora il Re chiamò il figlio e gli disse: - Come pensi che un Re possa fare all'amore con una donna con la barba? Ne va la dignità della Corona! O tu la abbandoni, o io la faccio morire!

Il giovane andò dalla ragazza e le disse: - Senti, ho da dirti una cosa. Mio padre è venuto a sapere che faccio all'amore con una donna barbuta e m'ha detto che se non t'abbandono, ti manderà a morte. Dimmi dove vuoi che scappiamo.

- Tu devi farmi solo questo piacere, - disse la ragazza, - fammi fare un velo nero e un abito nero di velluto, e conducimi dal nonno, che chiederemo aiuto a lui.

Il Principe portò il vestito e il velo e così vestita e imbacuccata, salirono in carrozza e andarono al palazzo.

Lei andò sotto il camino e disse: - Nonno? - Chi c'è?

- Sono io, nonno!

- Cosa vuoi, brutta barbuta?

- Nonno benedetto, senta, sono condannata a morte per causa sua...

- Per causa mia? Non t'avevo detto di portar via tutto e non dimenticarti niente? Se non dimenticavi la collana d'oro io sarei liberato dal mio incantesimo, e invece m'è toccato ricominciare da capo la mia condanna!

- Nonno, - disse la ragazza, - io non chiedo la bellezza che avevo in questo palazzo, ma vorrei almeno il viso di quando sono arrivata. Dunque, nonno, mi faccia la carità, mi rifaccia com'ero prima.

- Bene, - disse il nonno, - ti sei dimenticata niente?

- No, no, - disse la ragazza, - ho in mano la collana d'oro che avevo lasciata appesa a un chiodo. Allora le disse il nonno: - Mettitela al collo, che bella eri e più bella diventerai.

La ragazza si mise al collo la collana d'oro e la barba tutt'a un tratto sparì.

- Nonno! Ti ringrazio! Addio!

- Va' pure, - disse il nonno, - che bella sei e più bella diventerai -. E la ragazza era diventata bella che pareva un sole.

Corre giù per le scale e va alla carrozza dello sposo. Lui, a vederla così bella, come prima e ancora più di prima, tutto contento l'abbraccia e le dice: - Ora mio papà non ti condannerà più a morte; e neanche dirà che a far all'amore con te ne va della dignità della Corona!

Infatti, arrivati al palazzo reale, s'affacciò il padre: - Ecco, - disse il figlio, - la brutta barbuta con cui faccio all'amore.

- Ah, - disse il vecchio Re, - figlio mio, hai ragione; più bella di così non può essere -. La abbraccia, e dà ordine per le nozze, e intanto vuole che vada sul balcone, perché possa vederla tutto il popolo. Subito, sotto il balcone si riunì tanto popolo, e al vedere la bella giovane, tutti gridavano: - Viva, viva la Regina nuova!

Dopo pochi giorni, i due giovani si sono sposati e hanno fatto le nozze con ravanelli in marmellata, sorci pelati, gatti scorticati, scimmie in tegame; ne hanno mangiato oggi e n'è avanzato per domane; in ultimo di tutto c'era ramo di rosmarino, e a me non han detto neanche: "piglia un bicchier di vino".


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