Folk Tale

Il figlio del Re di Danimarca

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU310
LanguageItalian
OriginItaly

C'era una volta un Re e una Regina che non potevano aver figlioli. Finalmente, a furia di pregare i loro idoli, la Regina riuscì ad avere una bambina. Per sapere il destino della figlia, chiamò dodici astrologhi; a undici di loro diede in regalo un telescopio d'oro, e al dodicesimo, che era il più vecchio di tutti, diede solo un telescopio d'argento. Gli astrologhi si radunarono attorno alla figlia, e chi disse che sarebbe stata bella, chi disse che sarebbe stata brava, chi virtuosa, insomma le solite cose. Solo il più vecchio stava zitto. - Dica la sua anche lei, - gli fece il Re. E l'astrologo, che se l'era avuta a male per il telescopio d'argento, rispose che tutto quel che avevano detto gli altri andava bene, ma la ragazza si sarebbe innamorata del primo uomo che avrebbe sentito nominare.

- E cosa possiamo fare per impedirlo? - chiese il Re.

- Bisogna fare un palazzo unito a questo, - spiegò l'astrologo, - con dentro tutto quel che può occorrere alla figlia d'un Re, e lì alloggiarla, con balie e cameriere. Ma dovrà essere un palazzo senza neanche una finestra, tranne che un finestrino in alto in alto.

Così fu fatto. Il Re andava a trovare la figlia una volta al mese e la vedeva crescere e diventar sempre più bella, come era stato predetto dagli astrologhi, ma più cresceva e più capiva che non poteva restar là chiusa eternamente, e che ci doveva essere un altro mondo, diverso da quello in cui era prigioniera.

Un giorno che le sue cameriere erano in giardino, la ragazza andò sotto a quella finestrella in alto in alto e cominciò a fare una torre di tavoli e tavolini e sedie uno sopra l'altro finché riuscì a raggiungere il davanzale. Di là poteva vedere il cielo col sole e le nuvole, ma non la terra, e dalla terra le arrivavano suoni e parole.

Sentì le voci di due giovanotti che passavano in strada. Uno diceva: - Ma cos'è questo palazzo accanto a quello del Re?

- Non sai? C'è dentro la figlia del Re, che la tengono chiusa perché le hanno predetto che s'innamorerà del primo uomo di cui sentirà parlare.

- Ed è bella?

- Si dice di sì, ma nessuno l'ha mai vista.

- Può esser bella quanto vuole, ma bella come il figlio del Re di Danimarca non sarà di sicuro. Sai che il figlio del Re di Danimarca è tanto bello che deve portare sette veli sul viso? E non si sposerà finché non troverà una sposa bella come lui.

La figlia del Re, a sentir quelle parole, fu presa dalle smanie e cadde in terra. Accorsero le sue damigelle e la trovarono che piangeva e smaniava: - Voglio andare fuori di qua, fuori di qua!

- Abbia pazienza, - dissero le damigelle, - aspetti che torni suo padre e lo dica a lui.

Alla fine del mese venne a trovarla suo padre come al solito, e lei scoppiò in pianto e gli disse che era imprigionata senza ragione, e che voleva uscire. Il Re allora la fece passare nel suo palazzo, con l'ordine che mai nessun uomo le fosse nominato. Ma la ragazza ormai aveva in mente il figlio del Re di Danimarca ed era sempre malinconica. Suo padre le domandava sempre cos'aveva, e lei: - Niente, niente! - Finalmente un giorno si fece coraggio, entrò nello studio di suo padre, si buttò in ginocchio e gli raccontò del figlio del Re di Danimarca. - Padre mio, vi supplico, mandate a domandargli se mi vuole in sposa.

- Alzati e sta' quieta, - le disse il Re. - Ora manderò gli ambasciatori. Sono più potente io del Re di Danimarca, e non mi dirà di no.

Gli ambasciatori arrivarono dal Re di Danimarca. Il Re di Danimarca chiamò il figlio. Venne il figlio, coi sette veli sopra il viso, e suo padre gli disse che lo domandavano per sposo.

Allora lui sollevò il primo velo e chiese agli ambasciatori: - È bella come me? E gli ambasciatori gli risposero: - Sacra Maestà, sì.

Lui sollevò il secondo velo: - È bella come me?

- Sacra Maestà, sì.

E così sollevò tutti i veli uno dopo l'altro e quando si fu tolto l'ultimo chiese: - È bella come me? Gli ambasciatori chinarono il capo. - Sacra Maestà, no.

- Allora ditele che non la voglio.

- Ma ha detto così, - insistettero gli ambasciatori, - che se lei non la vuole, s'impiccherà.

Il figlio del Re di Danimarca allora prese una corda e la buttò agli ambasciatori. - Prendete questa corda e ditele che s'impicchi.

Gli ambasciatori fecero ritorno con la corda in mano, e il Re montò su tutte le furie. Ma la ragazza prese a piangere, a sospirare, a pregare suo padre, tanto che egli mandò di nuovo gli ambasciatori al Re di Danimarca.

Anche questa volta il figlio del Re di Danimarca alzò tutti i suoi veli fino all'ultimo, e chiese: - È bella come me?

- Sacra Maestà, no.

- Allora ditele che non la voglio.

- Ha detto così che prenderà un coltello e s'ammazzerà.

- Tenete questo coltello e ditele che s'ammazzi.

Tornarono col coltello e il Re voleva dichiarare guerra alla Danimarca, ma la figlia a forza di preghiere e suppliche lo calmò e dopo qualche mese lo persuase a mandare ancora una volta gli ambasciatori.

Il figlio del Re di Danimarca fece le stesse domande.

- Sacra Maestà, no, - risposero gli ambasciatori quando sollevò l'ultimo velo, - ma se sarà respinta ancora, ha detto che prenderà una pistola e si sparerà.

- Tenete questa pistola e che si spari.

Tornarono con la pistola. E il Re andò ancora in collera e la figlia si rimise a piangere. - Vi prego, padre mio, - lei disse, - fatemi una botte di ferro, chiudetemi dentro e lasciatemi andare per il mare.

Il padre non voleva nemmeno sentir parlare di questa cosa, ma a forza di preghiere la figlia ottenne d'esser messa in una botte. C'entrò vestita da principessa, con la corona in testa, e con la corda, il coltello e la pistola, e un po' di roba da mangiare per il viaggio. E via per il mare.

Dopo aver galleggiato giorni e giorni, il mare la portò a un'isola, dov'era il palazzo di una Regina. Le damigelle al mattino apersero i balconi, e videro la botte sulla spiaggia. - Ah, Sacra Maestà! - dissero. - Se vedesse che bella botticella ha buttato a riva il mare!

La Regina diede ordine di tirar su la botte. L'apersero in sua presenza e uscì quella bella giovane. - Perché vai così per il mare? - le chiese la regina, e lei le raccontò.

- Niente, niente, non prenderti tanta passione, - le disse la Regina. - Il figlio del Re di Danimarca è mio fratello. E ogni mese viene a farmi visita per bere un bicchiere d'acqua di mare. Tra pochi giorni dovrebbe venire.

Venne dunque il figlio del Re di Danimarca. La Regina sua sorella, invece di far entrare la solita damigella a portargli il bicchiere d'acqua di mare, fece entrare questa giovane. E lui, a vederla, s'innamorò tutto d'un colpo. - Chi è questa bella signora? - chiese alla sorella.

- Una mia amica.

- Sorella mia, sai cosa ti dico? Che d'ora in avanti invece che ogni mese verrò a trovarti ogni quindici giorni.

Dopo quindici giorni tornò, e quella giovane gli portò il bicchiere d'acqua di mare.

- Sorella mia, sai cosa ti dico? - fece lui. - Invece che ogni quindici giorni, verrò ogni otto.

Dopo otto giorni tornò, ma questa volta il bicchier d'acqua fu portato dalla damigella di prima. Il figlio del Re di Danimarca non volle bere. - Ma quella bella giovane, - domandò, - non c'è più?

- Sta poco bene.

- Voglio andare a trovarla nella sua stanza.

La giovane era a letto e davanti sul lenzuolo aveva la corda, il coltello e la pistola. Ma egli guardava solo lei, e non ci badò. Lei invece gli disse: - Allora, quale devo adoperare di queste tre cose?

Lui non capiva, e lei gli spiegò allora che era la figlia di quel Re che gli aveva mandato gli ambasciatori.

- Sono stato ingannato! - disse lui. - Avessi saputo che eri così bella, avrei detto di sì subito!

La giovane allora s'alzò e scrisse a suo padre: "Mi trovo in casa della tal Regina e c'è qui anche il figlio del Re di Danimarca, e vuole sposarmi".

Il padre tutto contento andò a prenderla, andarono tutti dal Re di Danimarca e lì fecero le nozze.


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