Folk Tale

La scienza della fiacca

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU1950
LanguageItalian
OriginItaly

C'era una volta un vecchio Turco, che aveva un solo figliolo e gli voleva più bene che alla luce degli occhi. Si sa che per i Turchi, il più gran castigo che Dio abbia messo al mondo è il lavoro; perciò quando suo figlio compì i quattordici anni, pensò di metterlo a scuola, perché imparasse il miglior sistema per battere la fiacca.

Nella stessa contrada del vecchio Turco, stava di casa un professore, da tutti conosciuto e rispettato perché in vita sua non aveva fatto che quello che non poteva farne a meno. Il vecchio Turco andò a fargli visita, e lo trovò in giardino, sdraiato all'ombra d'un albero di fico, con un cuscino sotto la testa, uno sotto la schiena, e uno sotto il sedere. Il vecchio Turco si disse: "Prima di parlargli voglio un po' vedere come si comporta", e si nascose dietro una siepe a spiarlo.

Il professore se ne stava fermo come un morto, a occhi chiusi, e solo quando sentiva: "Ciacc!", un fico maturo che cascava lì a portata di mano, allungava il braccio piano piano, lo portava alla bocca e lo ingollava. Poi, di nuovo fermo come un ciocco, ad aspettare che ne caschi un altro.

"Questo qui è proprio il professore che ci vuole per mio figlio", si disse il Turco e, uscito dal nascondiglio, lo salutò e gli domandò se era disposto a insegnare a suo figlio la scienza della fiacca.

- Omo, - gli disse il professore con un fil di voce, - non stare a parlar tanto, che io mi stanco ad ascoltarti. Se vuoi educare tuo figlio e farlo diventare un vero Turco, mandalo qua, e basta.

Il vecchio Turco tornò a casa, prese per mano il figlio, gli ficcò sottobraccio un cuscino di piume e lo portò in quel giardino.

- Ti raccomando, - gli disse, - devi fare tutto quel che vedi fare al professore di dolce-far-niente.

Il ragazzo, che per quella scienza aveva già inclinazione, si sdraiò anche lui sotto il fico, e vide che il professore ogni volta che cascava un fico allungava un braccio per raccoglierlo e mangiarlo. "Perché quella fatica dell'allungare il braccio?", si disse, e se ne stette sdraiato a bocca aperta. Un fico gli cascò in bocca e lui, lentamente, lo mando giù, e poi riaprì la bocca. Un altro fico cascò un po' più in là; lui non si mosse, ma disse, pian pianino: - Perché così lontano? Fico, cascami in bocca!

Il professore, vedendo quanto la sapeva lunga lo scolaro, disse: - Torna a casa, ché non hai niente da imparare, anzi, ho io da imparare qualcosa da te.

E il figlio tornò dal padre, che ringraziò il cielo d'avergli dato un figlio così d'ingegno.


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