Folk Tale

Fanta-Ghirò, persona bella

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU884
LanguageItalian
OriginItaly

Ai tempi antichi visse un Re che figli maschi non ne aveva, ma solo tre belle ragazze: la prima si chiamava Carolina, la seconda Assuntina e la terza le dicevano Fanta-Ghirò persona bella perché era la più bella di tutte.

Era un Re sempre malato e ombroso, che viveva tutto il giorno chiuso in stanza. Aveva tre sedie: una celeste, una nera e una rossa, e le figlie, andando a salutarlo la mattina, guardavano subito la sedia su cui s'era messo. Se era su quella celeste, voleva dire allegria; su quella nera, morte; su quella rossa, guerra.

Un giorno le ragazze trovarono il padre seduto sulla sedia rossa. Disse la maggiore: - Signor padre! Che avviene?

Rispose il Re: - Ho ricevuto ora una lettera dal Re nostro confinante che mi intima la guerra. Ma io, malaticcio qual sono, non so come fare perché l'esercito non ho chi me lo comandi. Un buon generale, in quattro e quattr'otto, dove me lo trovo?

- Se lei me lo permette, - dice la figlia maggiore, - il generale sarò io. Comandare i soldati, si figuri: crede che non sia capace?

- Macché! Non sono affari da donne! - disse il Re.

- E lei mi provi! - insisté la maggiore.

- Provare, proviamo pure, - disse il Re, - ma sia ben chiaro che se per strada ti metti a parlare di cose da donne, torni a casa difilato.

S'accordarono, e il Re comandò il suo fido scudiero Tonino di montare a cavallo e accompagnare la

Principessa alla guerra, ma la prima volta che rammentasse cose da donne, la riportasse subito a palazzo.

Così la Principessa e lo scudiero cavalcarono verso la guerra, e dietro veniva tutto l'esercito. Avevano già compiuto un lungo tratto, quando si trovarono a traversare un canneto. La Principessa esclama: - Oh, che belle canne! Se le avessimo a casa, quante belle rocche per filare ne faremmo!

- Alto là, Principessa! - gridò Tonino. - Ho l'ordine di ricondurvi a palazzo. Avete parlato di cose da donne! - Voltarono i cavalli, e tutto l'esercito fece dietro-front.

Allora si presentò al Re la seconda. - Maestà, andrò io a comandare la battaglia.

- Agli stessi patti di tua sorella?

- Agli stessi patti.

Così partirono a cavallo, lei con lo scudiero alle calcagna, e dietro tutto l'esercito. Galoppa, galoppa, passarono il canneto e la Principessa stette zitta. Passarono attraverso una palaia e la Principessa disse: - Guarda, Tonino, che bei pali dritti e sottili! Se li avessimo a casa, ne faremmo chissà quanti fusi.

- Alto là, Principessa! - gridò Tonino lo scudiero fermando il cavallo. - Si ritorna a casa! Avete ricordato cose da donne!

E tutto l'esercito, armi e bagagli, riprese la via della città.

Il Re non sapeva più dove sbattere il capo, quand'ecco gli si presenta Fanta-Ghirò. - No, no, - lui le dice. - Tu sei troppo bambina! Non ci sono riuscite le tue sorelle, come vuoi che mi fidi di te?

- A provarmi che male c'è, babbo? - disse la ragazza. - Vedrete che non vi farò sfigurare! Provatemi.

Così fu stabilito che partisse Fanta-Ghirò. La ragazza si vestì da guerriero, con l'elmo, l'armatura, la spada, e due pistole, e partì con Tonino lo scudiero che galoppava al fianco. Passarono il canneto e Fanta-Ghirò zitta, passarono la palaia e Fanta-Ghirò sempre zitta. Così arrivarono al confine. - Prima di cominciare la battaglia, - disse Fanta-Ghirò, - voglio avere un abboccamento con il Re nemico.

Il Re nemico era un bel giovanotto; appena vide Fanta-Ghirò gli venne il sospetto che fosse una ragazza e non un generale, e la invitò al suo palazzo per mettersi ben d'accordo sulle ragioni della guerra prima di cominciare a battagliarsi.

Arrivarono al palazzo di questo Re, e lui subito corse da sua madre. - Mamma, mamma, - le disse, - sapessi! Ho qui con me il generale che comanda l'esercito contrario, ma lo vedessi!

Fanta-Ghirò, persona bella, / Ha gli occhi neri e dolce la favella, / O mamma mia, mi pare una donzella.

Disse la madre: - Portalo nella sala d'armi. Se è una donna non gliene importerà nulla delle armi e non gli darà neanche un'occhiata.

Il Re condusse Fanta-Ghirò nella sala d'armi. Fanta-Ghirò cominciò a staccare le spade appese al muro, a guardare come s'impugnavano, e a sollevarle per sentire il peso; poi passò agli schioppi e alle pistole e li apriva, guardava come si caricavano. Il Re tornò di corsa da sua madre: - Mamma, il generale brancica le armi come un uomo. Ma io più lo guardo più resto della mia idea.

Fanta-Ghirò, persona bella, / Ha gli occhi neri e dolce la favella, / O mamma mia, mi pare una donzella.

La madre disse: - Portalo in giardino. Se è donna, coglierà una rosa o una viola e se la metterà al petto; se è uomo, sceglierà il gelsomino catalogno, l'annuserà, e poi lo metterà all'orecchio.

E il Re andò a passeggio con Fanta-Ghirò nel giardino. Lei avanzò una mano verso il gelsomino catalogno, strappò un fiore, l'annusò, e poi lo mise dietro l'orecchio. Il Re tornò da sua madre in grande affanno: - Ha fatto come un uomo, ma io resto della mia idea.

Fanta-Ghirò, persona bella, / Ha gli occhi neri e dolce la favella, / O mamma mia, mi pare una donzella.

La madre capì che il figlio era innamorato cotto e gli disse: - Invita il generale a desinare. Se per tagliare il pane l'appoggia sul petto è una donna, se invece lo taglia tenendolo per aria è certo un uomo e tu ti sei preso tanta passione per niente.

Ma anche questa prova andò male, Fanta-Ghirò tagliò il pane come un uomo. Il Re però continuava a ripetere alla madre: Fanta-Ghirò, persona bella, / Ha gli occhi neri e dolce la favella, / O mamma mia, mi pare una donzella.

- E allora fai l'ultima prova, - gli disse la madre. - Invita il generale a fare il bagno con te nella peschiera in giardino. Se è donna, rifiuterà di sicuro.

Lui fece l'invito e Fanta-Ghirò disse: - Sì, sì, con piacere, ma domattina -. E preso da parte Tonino lo scudiero, gli disse: - Allontanati dal palazzo e domattina arriva con in mano una lettera coi bolli di mio padre. E nella lettera ci dev'essere scritto: "Caro Fanta-Ghirò, sto male, in fin di vita e ti voglio vedere prima di morire".

L'indomani andarono alla peschiera, il Re si spogliò e si tuffò per primo e invitò Fanta-Ghirò a far lo stesso.

- Sono sudato, - disse Fanta-Ghirò, - aspetta ancora un momentino, - e tendeva l'orecchio se sentiva il cavallo dello scudiero.

Il Re insisteva che si spogliasse. E Fanta-Ghirò: - Non so cos'è. Mi sento certi brividi giù per la schiena... Mi pare un segno cattivo, ci saranno disgrazie per aria...

- Macché disgrazie! - faceva il Re in acqua. - Spogliatevi e buttatevi giù che si sta così bene! Che disgrazie volete che ci siano?

In quella si sente uno zoccolio di cavalli, arriva lo scudiero e dà a Fanta-Ghirò una lettera coi bolli reali.

Fanta-Ghirò si fece pallida: - Mi rincresce, Maestà, ma ci sono delle cattive nuove. Lo dicevo io, che quei brividi erano un brutto segno! Mio padre sta per morire e mi vuole rivedere. Bisogna che parta immantinente. Non ci resta che far la pace e se c'è ancora qualche questione in sospeso, venite a trovarmi nel mio regno. Addio. Il bagno lo farò un'altra volta, - e partì.

Il Re rimase solo e nudo nella peschiera. L'acqua era fredda e lui disperato: Fanta-Ghirò era donna, ne era sicuro, ma partiva senza che lui se ne fosse sincerato.

Prima di partire Fanta-Ghirò era passata nella sua stanza a prendere le robe. E sul letto lasciò un foglio, con su scritto: Donna è venuta e donna se ne va / Ma riconosciuta il Re non l'ha.

Quando il Re trovò il foglio rimase lì come un allocco, a mezzo tra il dispetto e l'allegrezza. Corse da sua madre: - Mamma! Mamma! L'avevo indovinato! Era una donna! - E senza lasciare il tempo alla madre di rispondere, saltò in carrozza, e via a tutta carriera, sulle tracce di Fanta-Ghirò.

Fanta-Ghirò, giunta al cospetto di suo padre, l'abbracciò e gli raccontò come ella aveva vinto la guerra, e fatto smettere i progetti d'invasione al Re nemico. Quand'ecco, s'udì dal cortile un rumor di carrozza. Era il Re nemico che arrivava fin lì, innamorato cotto, e appena la vide, disse: - Generale, vuol diventare la mia sposa?

Si celebrarono le nozze, i due Re fecero la pace e quando il Re suocero morì lasciò tutto al Re genero, e Fanta-Ghirò persona bella diventò regina di due Regni.


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