Folk Tale

L'uccello fuggito

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Su pilloni fuìu

AuthorFrancesco Mango
LanguageSardinian
LanguageItalian
OriginItaly

Una volta c’era un re, che teneva un bellissimo canarino, e lo stimava molto, e aveva appositamente incaricato un servo di dargli da mangiare e badargli in tutto, affinché non fuggisse. Ma un bel giorno, in un momento che il servo aveva lasciato lo sportello della gabbia aperto, il canario se ne fuggì.

Il cameriere era disperato, perché sapeva che il re che voleva bene al canario, non poteva soffrire ch’egli l’avesse lasciato fuggire. Infatti venuto il re, e saputo il fatto, aveva dato ordine che il cameriere fosse scacciato per sempre dal palazzo suo. Il servo aveva incominciato allora a piangere ea domandare perdono e grazia, per la numerosa famiglia che aveva, promettendo e giurando che simile mancanza non l’avrebbe fatta più. Allora il re, mosso a compassione, l’aveva fatto chiamare in presenza sua, e gli disse: – «Ascolta: se tu mi spieghi due cose che io ti domando, ti avrò a lasciare nel mio palazzo; se no, ti levo con brutte maniere».

«Dica, Maestà», aveva risposto il servo, «io sono pronto a tutto». – «Ebbene tu devi dire domani la distanza che c’è da qui al cielo, e quante pietre ci vollero per fabbricare il palazzo mio». Il servo promise che avrebbe risposto alla domanda, pur nel suo cuore sapendo di non essere buono.

Infatti uscì piangendo del palazzo, e trovò per istrada un suo compare, che vedendolo piangere, gli aveva domandato il motivo. Ed esso gli raccontò il fatto. «E per questo vi disperate?», gli disse il compare, «la risposta è facile a trovarsi, ed io ve la dico subito. Prendete un gomitolo di spago grande grande grande, e dite al re che questa è la distanza che c’è dalla terra al cielo; e per la quantità delle pietre, ditegli che ce ne sono un milione e mezzo.

Se egli cerca di farvi osservazioni, dite gli che misuri la distanza, e che conti le pietre». Il servo se n’andò tutto contento, e il dimane si presentò al re. – «Ebbene», disse il re, «che hai fatto per quel che ti avevo ordinato?» – «Ecco, Maestà, la risposta: la distanza che c’è dalla terra al cielo è questa», e gli presentò il gomitolo. Il re aveva detto: – «No, non è vero, non è questa»; e il servo: «La misuri, e veda se ho ragione».

Il re allora stava zitto, perché non sapeva che rispondere: – «E le pietre che sono nel palazzo mio?», disse il re. «Nel suo palazzo ci sono due milioni di pietre». – «Oh!», rispose il re, «questo poi non è vero assolutamente». – «Sì, sì», aveva detto il servo, «questo è verissimo, le faccia contare, e vedrà se io ho detto la verità».

Il re, maravigliato dello spirito del servo, non solo l’aveva tenuto in casa con lui, ma gli aveva donato una gran somma di danaro, che il servo aveva diviso col compare, perché gli aveva consigliato il modo di uscire d’impaccio.


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