Folk Tale

La maestra e la figliastra

Translated From

Sa maistra e sa fillasta

AuthorFrancesco Mango
LanguageSardinian
LanguageItalian
OriginItaly

Una volta c’era uno che teneva una figlia, ed era vedovo. Questi mandava la figlia a scuola; la maestra di questa ragazza, che si chiamava Peppina, era zitella. Un giorno la maestra dice a Peppina: – «Di’ al tuo babbo se mi vuole per sposa. Io ti amerei, ti tratterei bene, ti porterei sempre a passeggio con me, così chiameresti madre a me, è tanto bello questo nome. Non è vero? non ti dimenticare di dirglielo al tuo babbo». – «No», le dice Peppina. La ragazza va a casa, e dice al padre: – «Papà, la maestra mia mi ha detto che gli avessi domandato se la voleva per sposa». – «Figlia mia, tu sei troppo piccola, e non capisci. Basta; dille che la sposerò quando si consumano le scarpe mie di ferro». L’indomani Peppina porta la risposta alla maestra che le aveva detto: – «Tu getterai sempre acqua a quelle scarpe, così il ferro si arrugginisce, subito si consumano, e presto ci sposiamo». Peppina ogni giorno andava a gettare acqua alle scarpe. Fa oggi e fa domani, finalmente si sono consumate. Il padre di Peppina manda a dire alla maestra che le scarpe erano consumate, e che per questo dovevano sposarsi come le aveva promesso. La maestra gli manda a dire di sì, e si sposano. Dopo un anno aveva avuto una figlia, e d’allora non poteva vedere più a Peppina. Un giorno dice al marito: – «Peppina è troppo cattiva, non la posso più soffrire, cerca di perderla». E il marito le risponde: – «Ma come devo fare?» – «Devi fare così: ad essa dici che la porti a spasso, e arrivati lontano lontano, le getti l’anello, con la scusa di cercare l’anello, tu te ne vieni, e a essa la lasci». Il marito annoiato di sentirla più, un giorno dice a Peppina: «Vestiti che ti porto a passeggiare». Essa tutta allegra si veste, e se n’escono; camminano camminano, quando erano lontano in campagna proprio, il padre le getta l’anello; nel mentre che Peppina cerca l’anello, il padre se ne va, ed essa quando s’è vista sola, incomincia a piangere, a disperarsi, ma non sapeva che fare. Si fa notte, ed essa stanca di piangere, prende sonno; vanno gli animali feroci e la mangiano.


Text view