Folk Tale

Gesù e San Pietro in Sicilia

AuthorItalo Calvino
Book TitleFiabe italiane
Publication Date1956
ATU774
LanguageItalian
OriginItaly

Le pietre in pane Quando il Maestro andava per il mondo coi tredici Apostoli, una volta si trovarono affamati in mezzo alla campagna e non avevano più pane. Disse il Maestro: - Caricatevi una pietra ognuno -. Gli Apostoli si caricarono una pietra ognuno, e Pietro ne scelse una piccina piccina. E ripresero il cammino, tutti piegati sotto il carico, tranne Pietro che se ne andava leggero. Arrivarono a un paese, cercarono di comprare del pane, ma non ce n'era. - Allora, - disse il Maestro, - vi farò la benedizione, e le pietre diventeranno pane.

Così fece, e tutti gli Apostoli ebbero dei grossi pani da mangiare, ma Pietro che s'era portato quella pietruzza, si trovò in mano un panino, e si sentì schiantare il cuore. - Maestro, e io, come mangio?

- Eh, fratello, perché ti sei preso una pietruzza? Gli altri che andavano carichi hanno avuto pane in abbondanza.

Ripresero il cammino, e il Maestro, un'altra volta, disse che si caricassero una pietra. Stavolta Pietro, furbo, si caricò un masso che si poteva sollevare appena, e così andava, muovendo i passi a fatica, mentre gli altri camminavano tutti con pietre leggere. E il Signore disse agli Apostoli: - Ragazzi, ora ci faremo una risata alle spalle di Pietro.

Giunsero ad un paese, ed era pieno di botteghe di fornai che sfornavano pane proprio allora. Gli Apostoli buttarono via le loro pietre. Arrivò San Pietro, piegato in due sotto il masso e a vedere tutto quel pane gli prese tanta rabbia che non ne volle nemmeno assaggiare.

II.

La vecchia nel forno Camminando, incontrarono uno. Pietro andava avanti e gli disse: - Vedete che sta arrivando il Signore, domandategli una grazia.

Quell'uomo andò dal Signore e gli disse: - Maestro, io ho mio padre ammalato di vecchiaia! Fatelo guarire, Signore!

Disse il Signore: - Il male di vecchiaia non lo può guarire nessun medico! Ma sentite: se infilate vostro padre nel forno, ritornerà bambino!

Detto fatto, l'uomo infilò il vecchio padre nel forno, e lo tirò fuori che era diventato un ragazzetto.

A Pietro, questo sistema piacque molto. "Adesso, - disse tra sé, - voglio provare io a far diventare bambino qualche vecchio". Giustappunto, trovò uno che andava incontro al Maestro, perché aveva la madre in fin di vita, e la voleva guarire. Disse Pietro: - Chi cerchi?

- Cerco il Maestro, perché ho mia madre, donna d'età, che è malata inferma e solo il Maestro può ridarle la salute.

- Bene! Il Maestro non è arrivato ancora, ma qua c'è Pietro che è lo stesso. Sai cosa devi fare? Fa' scaldare il forno, infilaci dentro tua madre, e vedrai che guarisce.

Quel poveretto, che sapeva che San Pietro era benvoluto dal Signore, ci credette. Andò a casa e difilato infilò sua madre nel forno rovente. Che volete che succedesse? La vecchierella diventò un pezzo di carbone. - Ah! - gridò il figlio. - Che santo di qua e santo di là! Mia madre, m'ha fatto bruciare! me disgraziato!

Corse da Pietro, e trovò il Maestro. Quando sentì la cosa, il Signore si mise a ridere da non tenersi più. - Ah! Pietro... E che hai fatto...? - Pietro cercava di scusarsi, ma quel povero figlio faceva cascar il cielo dalle grida: - Voglio mia madre! Ridatemi mia madre!

Il Maestro allora andò alla casa della morta, e con una benedizione che le fece, risuscitò la vecchia e da vecchia la fece tornar giovane. E salvò Pietro dall'avere quel che si meritava.

III.

Una leggenda che raccontano i ladri Si conta e si racconta che ai tempi in cui il Maestro camminava con gli Apostoli, gli si fece notte per via in una campagna.

- Pietro, e come facciamo, stasera? - disse il Maestro.

- Laggiù c'è una mandria. Venite con me, - disse Pietro.

Passo passo, uno dopo l'altro arrivarono alla mandria.

- Deo gratias e viva Maria! Ci potete dar ricetto per stanotte? Siamo poveri pellegrini stanchi e morti di fame!

- Deo gratias e viva Maria! - dissero il curatolo (Nota 1 Curatulu (dial. siciliano): castaldo, fattore.) e i suoi pecorai, ma non si mossero nemmeno: stavano spianando la pasta nel tagliere, e pensavano che se offrivano da mangiare a tredici persone, sarebbero rimasti tutti digiuni. - Là c'è il pagliaio, - dissero, - andate a dormire là.

Il povero Maestro e gli Apostoli si fecero piccini piccini, e se ne andarono a dormire, zitto tu e zitto io.

S'erano appena addormentati quando sentirono un gran fracasso, una quantità di ladri che arrivava. - Atterra, atterra, Giorgio! (Nota 2 Atterra, atterra, Giorgi!: "È il grido abituale di chi ruba, specialmente al valico degli stradali o in campagna" (Pitrè).) -. E imprecazioni, suon di busse, passi di corsa del curatolo e dei garzoni che scappavano via per la campagna.

Quando i ladri furono rimasti padroni del campo, fecero piazza pulita della mandria. Poi andarono a vedere nel pagliaio. - Alto tutti! Chi è là?

- Tredici poveri pellegrini, stanchi e digiuni, - disse Pietro.

- Se è così, venite. C'è la pasta sul tagliere, sana sana. Saziatevi alla faccia di quelli della mandria, che noi dobbiamo andarcene per la nostra via!

Quei poveretti, affamati com'erano, non se lo fecero dire due volte. Corsero al tagliere e: - Benedetti i ladri! - disse Pietro, - che pensano ai poveri affamati meglio dei ricchi.

- Benedetti i ladri! - dissero gli Apostoli, e fecero una cena coi fiocchi.

IV.

La morte nel fiasco C'era un locandiere ricco e generoso che mise fuori un'insegna: "Chi va alla mia locanda, mangia gratis". La gente ci s'affollava mattina e sera, e lui dava da mangiare gratis a tutti.

Una volta si trovò a passare per quel paese il Maestro, con i suoi dodici Apostoli. Lessero l'insegna, e San Tommaso disse: - Maestro, io se non vedo coi miei occhi e non tocco con la mia mano, non ci credo. Entriamo in questa locanda.

E Gesù e gli Apostoli entrarono. Mangiarono, bevvero e il locandiere li trattò da signori. Prima d'andarsene, San Tommaso gli disse: - Buon uomo, perché non domandate una grazia al Maestro?

Allora il locandiere disse a Gesù: - Maestro, io ho quest'albero di fico qua nell'orto, ma non mi riesce mai di mangiare un fico. Via via che maturano ci s'arrampicano i ragazzi, e me li mangiano. Ora, io vorrei mi facesse la grazia che chi sale su quest'albero, non potesse più scendere senza il mio permesso.

- Ti sia concesso! - disse il Signore, e benedisse l'albero.

L'indomani, il primo che capitò a rubare fichi, restò appeso all'albero con una mano; al secondo gli restò attaccato un piede; il terzo non seppe più staccare la testa da una biforcatura dei rami. Il locandiere quando li vide gli fece una gran lavata di capo, e poi li lasciò scendere. I ragazzini del paese quando seppero la virtù di quell'albero, si tennero alla larga; e il locandiere poté mangiarsi i suoi fichi in santa pace.

Passarono anni e anni. L'albero era vecchio e non dava più frutti. Il locandiere chiamò un mastro d'ascia e gli fece abbattere il fico. Poi gli disse: - Sareste capace di farmi un fiasco col legno di quest'albero? - E il mastro d'ascia gli fece il fiasco. Questo fiasco conservava la virtù dell'albero, cioè chi c'entrava dentro non poteva più uscire senza il permesso del locandiere.

Anche il locandiere s'era fatto vecchio, e un giorno la Morte venne a prenderselo. Lui disse: - Ma prego. Andiamo pure. Però, senti una cosa, Morte, prima dovresti farmi un favore. Ho questo fiasco pieno di vino, ma c'è una mosca dentro e mi fa schifo berlo. Entraci dentro tu a levarmi la mosca, così posso bere una volta prima di andarmene con te.

La Morte disse: - Se non è che questo! - ed entrò nel fiasco. Allora il locandiere mise il tappo al fiasco, e fece: - Ora ci sei e ci resti.

Con la Morte lì chiusa e tappata, nel mondo non moriva più nessuno. E dappertutto si vedeva gente con la barba bianca fino ai piedi. Gli Apostoli, vedendo questo, cominciarono a dir qualche parolina al Maestro, finché il Maestro non si decise ad andare a parlare col locandiere.

- Caro mio, - gli fece, - ma ti pare una cosa da fare, questa di tenermi la Morte rinchiusa per tanti anni? E questi poveri vecchi cadenti che devono continuare a campare senza poter mai morire?

- Maestro, - disse il locandiere, - volete che vi faccia uscire la Morte? Promettetemi di mandarmi in Paradiso, e io stappo il fiasco.

Il Signore ci pensò un po' su. "Cosa faccio? Se a questo non gli faccio la grazia, chissà quanti pasticci me ne vengono!" E gli disse: - Ti sia concesso!

Allora il fiasco fu sturato e la Morte fu libera. Il locandiere fu lasciato in vita ancora qualche anno per fargli guadagnare il Paradiso, e poi la Morte tornò a prenderselo.

V.

La mamma di San Pietro Si racconta che la mamma di San Pietro fosse un'avara taccagna e spilorcia. Mai che facesse un'elemosina, mai che spendesse un grano per il prossimo. Un giorno stava mondando i porri, e passò una povera. - Mi fate la carità, devota donna?

- Sì... tutti qua dovete venire a chiedere... Be', basta, prendi questa! - e le diede una foglia di porro.

Quando il Signore la chiamò all'altra vita, la mandò all'Inferno. Capo del Paradiso era San Pietro; e standosene seduto sulla porta sentì una voce: - Pietro! Ahi! Vedi come m'arrostisco! Figlio mio, va' dal Maestro, parlagli, fammi uscire da questi guai!

San Pietro andò dal Signore. - Maestro, - gli disse, - ho mia madre che è all'Inferno. Chiede grazia d'uscire.

Rispose il Signore: - Ma! Tua madre non ha mai fatto un'unghia di bene in vita sua! Tutto quel che può mettere sulla bilancia è una foglia di porro. Prova a far così: dàlle questa foglia di porro che si afferri e tirala su in Paradiso.

Calò un Angelo porgendo la foglia. - Afferratevi qua! - e la mamma di San Pietro s'afferrò. Stava per esser tirata su dall'Inferno, quando tutte le povere anime che erano con lei, a vederla salir su, le s'attaccarono alle falde della veste. E così l'Angelo, come tirava su lei, tirava su tutti gli altri. Ma quell'egoista gridando: - No! Non voi! Andatevene! Solo io! Solo io! Aveste fatto anche voi un figlio santo come me! - prese a dar calci, a scuotersi la veste. Tanto s'agitò per farli cadere, che la foglia di porro si ruppe, e la mamma di San Pietro ripiombò in fondo all'Inferno.


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