Folk Tale

La vedova imbrogliona

Translated From

Sa viura imbrogliona

AuthorFrancesco Mango
LanguageSardinian
LanguageItalian
OriginItaly

Una volta c’era una famiglia composta del padre, della madre e di una figlia. Viene a morire il marito, e lei come doveva fare a vivere con la figlia? a forza di bricconerie. Un giorno va da un orefice e gli dice: – «Mi faccia il piacere di lasciarmi vedere orologi e orecchini, perché tengo mia figlia sposa, e li porto a casa per far vedere quali le piacciono di più, prima di comprarli. Prende l’orefice e glieli dà; che fa essa? va da un altro orefice, li vende, e si prende il danaro, e sta tanto tempo senza farsi vedere. Ha vissuto con quel danaro circa un anno. Ecco che finisce il danaro, e che fa? come camminava, in un pianterreno sente pianto. «Lasciatemi entrare», disse essa; entra, e la madre del bambino le disse: – «Non tengo danaro per farlo seppellire» – «Porti, porti», le dice essa, «ci penso io». Si prende il bambino, lo mette sotto lo scialle, e se ne va. Entra in un negozio, e domanda che le facciano vedere tela; gliene fa vedere tante qualità, e nessuna le piaceva. Il mercante annoiato tira una pezza di tela, quella lascia andare il bambino, e si mette a gridare: – «Mi ha ammazzato il bambino, mi ha ammazzato il bambino». Il mercante non sapeva che fare, e dice: – «Zitta, zitta, quanto vuole? basta che non gridi». Le dà una somma; e se ne va, e sta un altro anno senza farsi vedere. Finisce quel danaro, e torna a uscire, e va da un capitano di bastimento, e gl’incomincia a dire: – «Io sono vedova, mio marito conosceva lei, e che vuole? non so come debbo fare per vivere». A quel capitano gliene parve male, e le disse che fosse venuta l’indomani a mangiare a bordo. Prende lei e va l’indomani; il capitano non c’era; ed ella trova la tavola preparata con le posate di argento. Quando i marinai erano sbadati, raccoglie le posate e dice a’ marinari: – «Quando il capitano non viene ancora, io non mi posso trattenere, e me ne vado»; e così fece. Viene il capitano; quando si accorse di questo, sgrida i marinari perché l’avevano lasciata sola; ma prese erano e prese restarono. Essa era rimasta a casa per un anno; finito quel danaro, torna a uscire; ecco che vede l’orefice a cui aveva rubato l’oro, il negoziante che gli aveva regalato quella somma, perché essa disse di avere lui ammazzato il bambino, e invece era falso, e il capitano; tutti riuniti dicevano quel che doveva dare quella vedova; ecco che la vedono, la chiamano e ognuno le domanda quel che voleva. Ed essa lor dice: – «Vedano, adesso devo andare a questa casa, perché devo esigere, restano qua; subito che me lo da, lo do a loro». Sale sopra e dice a quel signore: – «Vuol comprare tre schiavi? ne voglio tanto»; combinano, e le dà il danaro, ed essa gli dice: – «Mi faccia il piacere, me ne faccia uscire dalla porta segreta, dall’altra parte». Chiama il servo, e la fa uscire dall’altra porta, e quel signore per mezzo del servo fa salire quelli che erano sotto. Salgono. «Che comanda il signore di noi?» – «Che cosa vi comanderò», rispose quello, «una volta che vi ho comprato per schiavi?» – «Ah! birbante», dicono quelli, «questa è la meglio di tutte»; e incominciano a raccontare ad uno ad uno tutto quel che era stato rubato a loro. Allora esso pure ha detto: «A me pure me l’ha fritta». Prende questo signore, ne dà avviso alla pubblica sicurezza, e la fa arrestare.


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