Folk Tale

I tre cerusici

Translated From

Die drei Feldscherer

AuthorJacob & Wilhelm Grimm
Book TitleKinder- und Hausmärchen
Publication Date1812
LanguageGerman

Other Translations / Adaptations

Text titleLanguageAuthorPublication Date
De drie heelmeestersDutchM.M. de Vries-Vogel1940
Ba thầy thuốc giỏiVietnamese__
De tre lægerDanish__
Los tres cirujanosSpanish__
The three army-surgeonsEnglish_1884
ATU660
LanguageItalian
OriginGermany

I tre cerusici

Tre cerusici giravano il mondo, convinti di conoscere la loro arte alla perfezione, e giunsero in una locanda dove volevano pernottare.L'oste domandò da dove venissero e dove andassero.-Giriamo per il mondo esercitando la nostra arte.- -Fatemi un po'vedere quel che sapete fare- disse l'oste.Il primo disse che si sarebbe tagliato la mano e che il mattino dopo l'avrebbe riattaccata;il secondo disse che si sarebbe strappato il cuore e al mattino l'avrebbe rimesso al suo posto;il terzo disse che si sarebbe cavato gli occhi e che al mattino li avrebbe risanati.Ma essi avevano un unguento, e bastava spalmarlo sulle ferite perché‚ si rimarginassero;e portavano sempre con s‚ la fialetta che lo conteneva.Tagliarono dunque mano, cuore e occhi, come avevano detto, li misero su di un piatto e lo diedero all'oste;e l'oste lo diede a una ragazza perché‚ lo chiudesse nell'armadio, e lo serbasse con cura.Ma la ragazza se la intendeva di nascosto con un soldato.Quando l'oste, i tre cerusici e tutti quanti in casa si furono addormentati, il soldato venne e volle da mangiare.La fanciulla aprì l'armadio e gli prese qualcosa, e per la gran gioia dimenticò di chiudere la porta dell'armadio;si sedette a tavola accanto all'innamorato e chiacchierarono insieme.Mentre sedeva là tutta contenta, senza aspettarsi guai, entrò il gatto di soppiatto, trovò l'armadio aperto, prese la mano, il cuore e gli occhi dei tre cerusici e scappò via.Quando il soldato ebbe finito di mangiare e la ragazza volle sparecchiare e riporre le stoviglie nell'armadio, si accorse che il piatto datole dall'oste in custodia era scomparso.Spaventata, disse all'amante:-Ah, povera me, che farò mai?!La mano è sparita, e così pure il cuore e gli occhi!Che mai sarà di me domattina!-.-Sta'tranquilla- disse il soldato -ti aiuterò io.Dammi solo un coltello affilato:alla forca è appeso un ladro, gli taglierò la mano;sai che mano era?- -La destra.- La fanciulla gli diede un coltello affilato, ed egli andò, tagliò la mano a quel povero peccatore e gliela portò.Poi afferrò il gatto e gli cavò gli occhi;ora mancava soltanto il cuore.-Non avete forse macellato e conservato la carne del porco in cantina?- -Sì- rispose la fanciulla.-Benissimo- disse il soldato;scese in cantina, prese un cuore di porco e lo diede alla fanciulla.Ella mise tutto quanto nel piatto, lo ripose nell'armadio e, quando l'innamorato se ne andò, si mise a letto tranquilla.Al mattino, quando i tre cerusici si alzarono, dissero alla fanciulla che andasse a prendere il piatto in cui erano la mano, il cuore e gli occhi.Ella andò a prenderlo nell'armadio, e il primo si mise la mano del ladro, la spalmò con il suo unguento e la mano gli si attaccò subito.Il secondo si mise gli occhi del gatto, e il terzo il cuore di porco.L'oste se ne stava là ad ammirare la loro arte, e disse di non aver mai visto una cosa simile:ne avrebbe fatto grandi elogi e li avrebbe raccomandati a tutti.Poi essi pagarono il conto e proseguirono il cammino.Mentre camminavano, quello con il cuore di porco non restava con loro, ma correva in ogni angolo a grufolare come fanno i maiali.Gli altri volevano trattenerlo per le falde della giubba, ma non serviva a nulla:egli si liberava e correva là dove c'erano le peggiori immondizie.Anche il secondo si comportava in modo strano, si fregava gli occhi e diceva all'altro:-Camerata, che cosa mi succede?Questi non sono i miei occhi, non vedo niente;ho bisogno di qualcuno che mi guidi perché‚ non cada-.Così a fatica proseguirono il cammino fino a sera, quando giunsero a un'altra locanda.Vi entrarono insieme e in un angolo c'era un ricco signore seduto davanti a un tavolo, e contava dei denaro.Quello con la mano del ladro gli girò attorno, sussultò un paio di volte, e infine, quando il signore si voltò, cacciò la mano nel mucchio e prese una manciata di denaro.Uno dei due cerusici lo vide e disse:-Camerata, che fai?Non si deve rubare, vergognati!-.-Ah- diss'egli -non posso farci niente:è un sussulto che ho nella mano e che mi costringe a rubare, anche se non voglio.- Poi si coricarono per dormire, e quando furono distesi a letto era così buio che non ci si vedeva a un palmo dal naso.D'un tratto, quello con gli occhi da gatto si svegliò, destò gli altri e disse:-Fratelli, guardate un po':non vedete come corrono quei topolini bianchi laggiù?-.Gli altri due si levarono ma non riuscirono a vedere nulla.Allora egli disse:-Qui c'è qualcosa che non va:non abbiamo avuto ciò che ci apparteneva;dobbiamo tornare dall'oste che ci ha ingannati-.Così il mattino dopo tornarono alla locanda e dissero all'oste che non avevano riavuto la loro roba:uno aveva la mano da ladro, il secondo gli occhi di un gatto, e il terzo un cuore di porco.L'oste disse che la colpa era certamente della ragazza e voleva chiamarla;ma quella, avendo visto venire i tre cerusici, era fuggita dalla porticina sul retro e non tornò più.Allora i tre dissero all'oste di dare loro molto denaro, altrimenti avrebbero dato fuoco alla casa.Egli diede loro tutto quello che aveva e che riuscì a racimolare, e con quel denaro i tre se ne andarono via.Bastò loro per tutta la vita, ma avrebbero preferito avere la roba loro.


Text view