Folk Tale

Il monte Simeli

Translated From

Simeliberg

AuthorJacob & Wilhelm Grimm
Book TitleKinder- und Hausmärchen
Publication Date1812
LanguageGerman

Other Translations / Adaptations

Text titleLanguageAuthorPublication Date
Sesam, open uDutchM.M. de Vries-Vogel1940
Núi SimeliVietnamese__
SesambjergetDanish__
Monte SimeliSpanish__
Simeli mountainEnglishMargaret Hunt_
ATU676
LanguageItalian
OriginGermany

Il monte Simeli

C'era una volta due fratelli, uno ricco e l'altro povero.Ma il ricco non dava niente al povero e questi doveva provvedere con fatica al proprio sostentamento, commerciando in granaglie;e spesso gli andava così male, che non aveva il pane per sua moglie e i suoi bambini.Un giorno, mentre stava attraversando il bosco con il suo carro, scorse da un lato una grande montagna brulla;e poiché‚ non l'aveva mai vista, si fermò e l'osservò meravigliato.Mentre se ne stava là fermo vide venire dodici omoni dall'aspetto selvaggio e, credendo che fossero briganti, spinse il suo carro nella macchia, salì su di un albero e stette a vedere cosa succedeva.I dodici uomini andarono davanti alla montagna e gridarono:-Monte Semsi, monte Semsi, apriti!-.Subito il monte brullo si aprì nel mezzo, i dodici entrarono e, quando furono dentro, il monte si richiuse.Ma dopo poco si riaprì e gli uomini uscirono, portando dei sacchi pesanti sulla schiena;e quando si trovarono tutti quanti di nuovo alla luce del giorno, dissero:-Monte Semsi, monte Semsi, chiuditi!-.Allora il monte si richiuse, senza che si potesse più vedere alcun passaggio, e i dodici se ne andarono.Quando furono scomparsi, il pover'uomo scese dall'albero, curioso di sapere quale segreto si celasse in quel monte.Andò là davanti e disse:-Monte Semsi, monte Semsi, apriti!- e il monte si aprì anche davanti a lui.Egli entrò, e il monte era tutta una caverna piena d'oro e d'argento, e dietro c'erano dei grandi mucchi di perle e sfavillanti pietre preziose, ammucchiate come il grano.Il povero non sapeva proprio cosa dovesse fare e se potesse prendere un po'di quei tesori.Infine si riempì le tasche d'oro, ma lasciò stare le perle e le pietre preziose.Quando uscì fuori, tornò a dire:-Monte Semsi, monte Semsi, chiuditi!-.Subito il monte si chiuse, ed egli se ne andò a casa con il suo carro.Ora egli non doveva più preoccuparsi:con quell'oro poteva procurare il pane e anche il vino per la moglie e i figli;viveva felice e contento, dando ai poveri e facendo del bene a tutti.Quando il denaro finì, andò dal fratello, si fece prestare uno staio e ne prese dell'altro;ma i grandi tesori non li toccò.Quando volle prenderne per la terza volta, tornò dal fratello a farsi prestare lo staio.Ma quello già da un pezzo invidiava la sua ricchezza e gli agi di cui godeva in casa, e non riusciva a capire di dove venisse quella fortuna, n‚ cosa facesse suo fratello con lo staio.Allora escogitò un'astuzia e spalmò il fondo dello staio di pece;e quando gli fu restituito, c'era rimasta attaccata una moneta d'oro.Subito andò dal fratello e gli domandò:-Che cosa hai misurato con lo staio?-.-Grano e orzo- rispose l'altro.Allora gli mostrò la moneta d'oro e lo minacciò di citarlo in giudizio se non diceva la verità.Perciò il fratello gli raccontò com'erano andate le cose.Il ricco fece subito attaccare un carro, andò nel bosco, e meditava di portar via ben altri tesori.Quando giunse davanti al monte, gridò:-Monte Semsi, monte Semsi, apriti!-.Il monte si aprì, ed egli entrò.Tutte le ricchezze erano davanti a lui, e per un bel po'egli non seppe cosa prender per primo;alla fine raccolse le gemme, quante poteva portarne, e si apprestò a uscire.Tornò indietro, ma siccome non aveva altro in mente che i tesori, aveva dimenticato il nome del monte e gridò:-Monte Simeli, monte Simeli, apriti!-.Ma, non essendo il nome giusto, il monte non si aprì e rimase chiuso.Allora s'impaurì, ma più ci pensava, più gli si confondevano le idee, e tutti i tesori non gli servivano a nulla.La sera il monte si aprì, entrarono i dodici briganti, e vedendolo, si misero a ridere e dissero:-Merlo, finalmente ti abbiamo pescato!Pensavi forse che non ci fossimo accorti che eri entrato due volte?Non riuscivamo a prenderti, ma una terza volta non uscirai di qui!-.Allora egli gridò:-Non ero io, era mio fratello!-.Ma ebbe un bel chieder grazia!Checché‚ dicesse, gli mozzarono la testa.


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