Folk Tale

Il fedele Giovanni

Translated From

Der treue Johannes

AuthorJacob & Wilhelm Grimm
Book TitleKinder- und Hausmärchen
Publication Date1812
LanguageGerman

Other Translations / Adaptations

Text titleLanguageAuthorPublication Date
De trouwe JohannesDutchM.M. de Vries-Vogel1940
Johannes trung thànhVietnamese__
Den tro JohannesDanish__
O fiel JoãoPortuguese__
El fiel JuanSpanish__
Trusty JohnEnglishAndrew Lang1889
Faithful JohnEnglishMargaret Hunt_
Wierny JanPolish__
Le fidèle JeanFrench__
ATU516
LanguageItalian
OriginGermany

Il fedele Giovanni

C'era una volta un vecchio re che era malato e pensava:"Questo sarà il mio letto di morte!"Allora disse:"Fate venire il mio fedele Giovanni."Il fedele Giovanni era il suo servo prediletto e si chiamava così perché‚ gli era stato fedele per tutta la vita.Quando fu al suo capezzale, il re gli disse:"Mio fedelissimo Giovanni, sento che la mia fine si avvicina e non ho altro timore che per mio figlio.Si trova ancora in un'età in cui spesso non si sa che via scegliere, e se tu non mi prometti di insegnargli tutto quello che deve sapere, e di essere il suo tutore, non posso chiudere gli occhi in pace."Il fedele Giovanni rispose:"Non lo abbandonerò e lo servirò con fedeltà, dovesse costarmi la vita."Allora il vecchio re disse:"Muoio contento e in pace."E aggiunse:"Dopo la mia morte devi mostrargli tutto il castello:tutte le stanze, le sale, i sotterranei e i tesori che in esso vi sono.Solo una camera devi celargli:quella dov'è nascosto il ritratto della principessa dal tetto d'oro;se egli per caso la vedesse, proverebbe per lei un amore ardente, cadrebbe svenuto e correrebbe gran pericoli;devi preservarlo da questo."E come il fedele Giovanni rinnovò la sua promessa, il vecchio re tacque, adagiò la testa sul cuscino e morì.

Quando fu seppellito, il fedele Giovanni raccontò al giovane quello che aveva promesso a suo padre sul letto di morte e disse:"Lo manterrò certamente e ti sarò fedele, dovesse costarmi la vita."Il giovane piangendo esclamò:"Io pure non dimenticherò mai la tua fedeltà."Finito il lutto, il fedele Giovanni gli disse:"E'tempo che tu veda i tuoi beni;voglio mostrarti il castello paterno."Lo condusse in giro da ogni parte, su e giù, e gli fece vedere tutti i tesori e le splendide stanze;non aprì soltanto la camera che racchiudeva il ritratto.Il ritratto era posto in modo che aprendo la porta lo si vedesse subito;era dipinto con tanta arte da sembrare vivo e non vi era al mondo nulla di più soave e di più bello.Ma il giovane re si accorse subito che il fedele Giovanni passava sempre davanti a questa porta senza fermarsi e disse:"Perché‚ questa non la apri?"- "Vi è qualcosa dentro che ti spaventerebbe,"rispose il servo.Ma il re replicò:"Ho visto tutto il castello;voglio sapere anche che cosa c'è qua dentro."Andò alla porta e cercò di aprirla con la forza.Allora il fedele Giovanni lo trattenne e disse:"Prima che morisse, ho promesso a tuo padre che non avresti visto quello che vi è nella stanza:potrebbe causare a entrambi grande sventura."- "No,"rispose il giovane re, "se non entro è la mia rovina:non avrò pace giorno e notte, finché‚ non l'avrò visto;non me ne andrò di qui finché‚ non avrai aperto."

Il fedele Giovanni vide allora che non vi era più nulla da fare e, col cuore grosso e molti sospiri, cercò la chiave nel grosso mazzo.Poi aprì la porta della stanza ed entrò per primo pensando che il re non potesse vedere il ritratto;ma questi era troppo curioso, si mise sulla punta dei piedi e guardò al di sopra della sua spalla.E quando vide l'immagine della fanciulla, così bella e splendente d'oro, cadde a terra svenuto.Il fedele Giovanni lo sollevò, lo portò a letto e pensò preoccupato:"La disgrazia è avvenuta;Signore Iddio, che sarà mai?"Poi lo rinvigorì con del vino finché‚ si riebbe, ma la prima cosa che il giovane re disse fu:"Ah, di chi è quei bel ritratto?"- "E'la principessa dal tetto d'oro,"rispose il fedele Giovanni.Allora il re disse:"Il mio amore per lei è così grande che se tutte le foglie degli alberi fossero lingue, non potrebbero esprimerlo.Pur di ottenerla in isposa rischierei la vita;tu sei il mio fedelissimo Giovanni e devi aiutarmi."

Il fedele servitore pensò a lungo come agire, poiché‚ giungere al cospetto della principessa era cosa assai difficile.Alla fine escogitò un sistema e disse al re:"Tutto ciò che la circonda è d'oro:tavoli, sedie, piatti, bicchieri, scodelle e ogni altra suppellettile domestica.Fra i tuoi beni vi sono cinque tonnellate d'oro;fanne lavorare una dagli orefici del regno, che ne facciano ogni sorta di vasellame e di utensile, ogni sorta di uccelli, fiere e mostri, con queste cose andremo e tenteremo la fortuna."Il re fece radunare tutti gli orefici e li fece lavorare giorno e notte, finché‚ furono pronti gli oggetti più splendidi.Il fedele Giovanni fece allora caricare il tutto su di una nave, indossò degli abiti da mercante e così fece pure il re in modo da rendersi irriconoscibile.Poi salparono e navigarono a lungo per il mare finché‚ giunsero alla città nella quale abitava la principessa dal tetto d'oro.

Il fedele Giovanni disse al re di rimanere sulla nave e di aspettarlo."Forse,"disse, "porterò con me la principessa, per questo abbiate cura che tutto sia in ordine:esponete il vasellame d'oro e fate adornare tutta la nave."Poi radunò nel grembiule ogni sorta di oggetti d'oro, sbarcò e andò dritto al castello reale.Quando giunse nel cortile del castello, c'era alla fonte una bella fanciulla, che aveva in mano due secchi d'oro e attingeva acqua.Quand'ella si volse per portar via l'acqua dai bagliori dorati, vide lo straniero e gli domandò chi fosse.Allora egli rispose:"Sono un mercante,"e aprì il grembiule, lasciando che vi guardasse dentro.Allora ella esclamò:"Oh, che begli oggetti d'oro!"depose i secchi e si mise a esaminarli uno dopo l'altro.Poi disse:"Deve vederli la principessa, gli oggetti d'oro le piacciono tanto che vi comprerà tutto."Lo prese per mano e lo condusse fino alle stanze superiori, poiché‚ era la cameriera.Quando la principessa vide la merce, tutta contenta disse:"E'così ben lavorata che voglio comprarti tutto."Ma il fedele Giovanni disse:"Io sono soltanto il servo di un ricco mercante;ciò che ho qui è nulla in confronto a quello che il mio padrone ha sulla sua nave;là vi è quanto di più artistico e di più prezioso sia mai stato lavorato in oro."Ella voleva che le portassero tutto al castello, ma egli disse:"Per fare questo occorrono molti giorni, poiché‚ vi è moltissima merce;ci vogliono tante sale per esporla che la vostra casa non basterebbe."Così la curiosità e il desiderio crebbero in lei sempre più, finché‚ disse:"Conducimi alla nave:voglio andare io stessa a vedere i tesori del tuo padrone."

Tutto contento, il fedele Giovanni la condusse alla nave e il re, quando la vide, credette che il cuore gli scoppiasse e pot‚ trattenersi a fatica.Ella salì sulla nave e il re la condusse all'interno, ma il fedele Giovanni rimase presso il timoniere e ordinò che la nave salpasse:"Spiegate le vele, che voli come un uccello nell'aria!"Intanto il re le faceva vedere all'interno tutti gli oggetti d'oro uno per uno:i piatti, i bicchieri, le ciotole, gli uccelli, le fiere e i mostri.Passarono diverse ore ed ella rimirava ogni cosa con tale gioia da non accorgersi che la nave era partita.Quand'ebbe esaminato l'ultimo oggetto, ringraziò il mercante e volle ritornare a casa;ma, giunta sul ponte, vide che la nave correva a vele spiegate in alto mare, lontano da terra."Ah,"gridò spaventata, "sono stata ingannala, rapita;sono nelle mani di un mercante:preferirei morire!"Ma il re la prese per mano e disse:"Non sono un mercante ma un re, non inferiore a te per nascita.Se ti ho rapita con l'astuzia è stato solo per il grande amore che ti porto.Quando vidi il tuo ritratto la prima volta, caddi a terra svenuto."All'udire queste parole, la principessa dal tetto d'oro si consolò;e fu così incline ad amarlo, che accettò volentieri di diventare sua moglie.

Ma, mentre navigavano in alto mare, il fedele Giovanni, che sedeva a prua e suonava, scorse in aria tre corvi che si avvicinavano a volo.Smise di suonare e ascoltò quel che dicevano, perché‚ lo capiva bene.Uno gracchiò:"Ah, si porta a casa la principessa dal tetto d'oro!"- "Sì"rispose il secondo "ma non l'ha ancora!"E il terzo disse:"Ma sì, è con lui sulla nave!"Allora il primo riprese a dire:"A che giova questo?Quando sbarcheranno, gli balzerà incontro un cavallo sauro:allora egli vorrà cavalcarlo e se lo farà il cavallo correrà via con lui e si alzerà in volo, cosicché‚ egli non rivedrà mai più la sua fanciulla."Il secondo disse:"Non vi è modo per salvarsi?"- "Oh sì, se colui che è in sella estrae il fucile che è infilato nella cavezza del cavallo e lo uccide, il giovane re è salvo;ma chi può saperlo?E chi sapendolo glielo dicesse, diventerebbe di pietra dalla punta dei piedi alle ginocchia."Allora il secondo disse:"Io so di più:anche se il cavallo viene ucciso, il giovane re non serba la sua sposa!Quando entreranno nel castello, troveranno su di un vassoio una camicia nuziale che sembrerà intessuta d'oro e d'argento, ma non si tratterà che di pece e zolfo:Se egli la indosserà brucerà fino al midollo."Il terzo disse:"Non vi è modo per salvarsi?"- "Oh sì,"rispose il secondo, "se uno afferra la camicia con dei guanti e la getta nel fuoco, in modo che bruci, il giovane re è salvo.Ma a che giova?Chi sapendolo glielo dicesse, diventerebbe di pietra dal ginocchio al cuore."Allora il terzo disse:"Io so di più:anche se bruciasse la camicia nuziale, il giovane re non avrebbe ancora la sua sposa!Quando, dopo le nozze, incomincerà il ballo e la giovane regina danzerà, impallidirà all'improvviso e cadrà come morta.E se qualcuno non la solleva e non succhia tre gocce di sangue dalla sua mammella destra e non le risputa, ella morirà.Ma se qualcuno lo sa e lo rivela, diventerà tutto di pietra, dalla testa fino alla punta dei piedi."Quando i corvi si furono scambiati queste parole, volarono via, e il fedele Giovanni aveva capito tutto;ma da quel momento in poi fu triste e taciturno:infatti se avesse taciuto al suo signore ciò che aveva udito, questi sarebbe stato infelice, e se glielo avesse rivelato avrebbe dovuto sacrificare la sua stessa vita.Infine egli disse fra s':"Voglio salvare il mio signore, anche se questo dovesse causare la mia rovina."

Quando giunsero a terra, accadde quel che il corvo aveva predetto e uno splendido sauro balzò loro innanzi."Oh,"esclamò il re, "mi porterà al mio castello,"e volle montare in sella;ma il fedele Giovanni lo precedette, balzò velocemente in sella, estrasse l'arma dalla cavezza e lo uccise.Allora gli altri servi del re, che non amavano il fedele Giovanni, esclamarono:"Che cosa ignobile, uccidere quel bell'animale che doveva portare il re al castello!"Ma il re disse:"Tacete e lasciatelo fare:è il mio fedelissimo Giovanni, avrà un buon motivo."Poi andarono al castello e nella sala c'era il vassoio sul quale era posata la camicia nuziale, che sembrava tutta d'oro e d'argento.Il giovane re si fece avanti per prenderla, ma il fedele Giovanni lo spinse via, afferrò la camicia con i guanti, la gettò nel fuoco e la bruciò.Gli altri servi ricominciarono a mormorare e dissero:"Guardate, ora brucia persino la camicia nuziale del re!"Ma il giovane re disse:"Avrà un buon motivo, lasciatelo fare, è il mio fedelissimo Giovanni."Poi si celebrarono le nozze;il ballo incominciò e anche la sposa vi prese parte.Il fedele Giovanni stava attento e la guardava in viso.D'un tratto impallidì e cadde a terra come morta.Allora egli corse a lei, la sollevò e la portò in una stanza;qui la distese, si inginocchiò, succhiò le tre gocce di sangue dalla sua mammella destra e le sputò.Subito ella riprese a respirare e si riebbe, ma il giovane re aveva visto tutto e, non sapendo perché‚ il fedele Giovanni lo avesse fatto, andò in collera e gridò:"Gettatelo in prigione!"Il mattino dopo il fedele Giovanni fu condannato e condotto al patibolo e quando fu lassù e stava per essere giustiziato, disse:"Chi deve morire, può parlare ancora una volta prima della sua fine;ho anch'io questo diritto?"- "Sì,"rispose il re, "ti sia concesso."Allora il fedele Giovanni disse:"Sono condannato ingiustamente e ti sono sempre stato fedele."E gli raccontò come avesse udito sul mare il discorso dei corvi e deciso di salvare il suo signore;per questo aveva dovuto fare tutto quello che aveva fatto.Allora il re esclamò:"Oh mio fedelissimo Giovanni!Grazia!Grazia!Portatelo giù."Ma il fedele Giovanni, appena aveva pronunciato l'ultima parola, era caduto senza vita ed era diventato di pietra.

Il re e la regina se ne afflissero molto e il re diceva:"Ah, come ho mal ricompensato tanta fedeltà!"Fece sollevare la statua di pietra e la fece mettere nella sua stanza accanto al suo letto.Ogni volta che la guardava, piangeva e diceva:"Ah, potessi ridarti la vita, mio fedelissimo Giovanni!"Passò qualche tempo e la regina partorì due gemelli, due maschietti, che crebbero ed erano la sua gioia.Un giorno che la regina era in chiesa e i due bambini giocavano accanto al padre, il re guardò la statua di pietra con grande tristezza, sospirò e disse:"Ah, potessi ridarti la vita, mio fedelissimo Giovanni!"Allora la statua incominciò a parlare e disse:"Sì, puoi ridarmi la vita se sarai disposto a dare ciò che ti è più caro."Allora il re esclamò:"Per te darò tutto quello che ho al mondo!"La pietra proseguì:"Se di tua mano tagli la testa ai tuoi due bambini e mi ricopri con il loro sangue, allora riavrò la vita."Il re inorridì quando udì che doveva uccidere egli stesso i suoi diletti figli, ma pensò alla grande fedeltà del fedele Giovanni, che era morto per lui:trasse la spada e di sua mano tagliò la testa ai bambini.E quando ebbe ricoperto la statua con il loro sangue, essa si rianimò e il fedele Giovanni gli stette di nuovo innanzi, fresco e sano.Ed egli disse al re:"Voglio ricompensare la tua fedeltà"e, prese le teste dei bambini, le rimise sul busto e spalmò le ferite con il loro sangue.In un attimo i bambini ritornarono sani e ripresero a saltare e a giocare come se nulla fosse accaduto.Il re era felice e, quando vide venire la regina, nascose il fedele Giovanni e i due bambini in un grande armadio.Quando ella entrò le disse:"Hai pregato in chiesa?"- "Sì"rispose la regina "ma ho sempre pensato al fedele Giovanni che è stato così sventurato per colpa nostra."Allora egli disse:"Cara moglie, noi possiamo ridargli la vita, ma a prezzo del sacrificio dei nostri figlioletti."La regina impallidì e le si gelò il sangue, ma disse:"Glielo dobbiamo per la sua grande fedeltà."E il re si rallegrò che ella pensasse come lui;andò ad aprire l'armadio e ne uscirono i bambini e il fedele Giovanni.Il re disse:"Grazie a Dio egli è libero dall'incantesimo e abbiamo ancora i nostri figlioletti."E le raccontò tutto quello che era successo.Poi vissero felici insieme fino alla morte.


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