Folk Tale

Il poeta: Testamento spiegato da Esopo

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Poeta

AuthorPhaedrus
Book TitleFabulae Aesopiae
Publication Date41
LanguageLatin

Other Translations / Adaptations

Text titleLanguageAuthorPublication Date
Esop and the WillEnglishC. Smart1887
LanguageItalian
OriginItaly

Che possa esserci più saggezza in una sola persona che in una folla lo tramanderò ai posteri con questo breve racconto. Un uomo morendo lasciò tre figlie: Una bella i cui sguardi erano sempre a caccia di uomini; la seconda amante della vita contadina e dei lavori a maglia; la terza bruttissima e sempre attaccata alla bottiglia. Il vecchio lasciò la loro madre erede con la clausola che il patrimonio venisse diviso in tre parti uguali tra le figlie ma alle seguenti condizioni: "la prima che non potesssero avere di questi beni né la proprietà né l'usufrutto e la seconda di versare alla madre cento sesterzi nel momento in cui cessassero di possedere quanto ricevuto". Le chiacchiere in Atene si sprecano. La madre, sollecita consulta gli esperti in legge. Nessuno riesce a spiegarsi come non possano avere né la proprietà né il godimento dei beni ricevuti; poi dal momento che non hanno nulla come sia possibile versare il denaro. Dopo aver perso un bel pò di tempo senza che si potesse cogliere il senso del testamento, la madre ignorando la legge decise di operare secondo la sua coscienza. Alla figlia un pò civetta assegna vestiti, oggetti femminili, il servizio da bagno in argento, gli eunuchi, e i giovani schiavi; a quella amante della lana il piccolo podere, gli armenti, la fattoria, gli operai, i buoi, le bestie da soma e gli attrezzi agricoli; alla beona lascia la cantina zeppa di antichi orci di vino, una elegante casa e incantevoli giardinetti. Mentre stava per consegnare alle figlie le parti loro destinate, certa del consenso del popolo che delle figlie ben ne conosceva le inclinazioni, all'improvviso in mezzo alla folla si fermò Esopo:" Come soffrirebbe il padre sepolto se potesse sentirvi scoprendo che gli Ateniesi non sono riusciti ad interpretare il suo testamento. Interrogato, spiegò il loro errore:"Assegnate a quella, cui piace la vita contadina e la filatura, la casa, i mobili, gli incantevoli giardini e i vini invecchiati; invece vesti, perle, servi e tutto il resto datele a quella che passa la vita tra i bagordi; campi, stalle e gli armenti con i pastori vadano alla adescatrice" . Nessuna riuscirà a conservare a lungo beni così lontani dalle sue abitudini. La bruttona venderà gli ornamenti per procurarsi il vino, la peripatetica darà via le terre per comprare dei gioielli; quella cui piacciono le greggi e la lana si disferà, per qualsiasi cifra, della casa lussuosa. A questo punto nessuno possederà quanto gli era stato donato e potranno, con il denaro ricavato da quanto venduto da ognuna di esse, dare alla madre la rendita richiesta. Così quello che era sfuggito a molti per incapacità di riflettere fu reso noto dalla saggezza di un solo uomo.


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