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Il regalo del vento tramantono
Title | Il regalo del vento tramantono |
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Book Author | Italo Calvino |
Chapter Nr. | 83 |
Language code | ita |
Origin (region) | Mugello |
Un contadino di nome Geppone abitava nel podere d'un Priore, su per un colle dove il vento tramontano distruggeva sempre frutti e piante. E il povero Geppone pativa la fame con tutta la famiglia. Un giorno si decide: - Voglio andare a cercare questo vento che mi perseguita -. Salutò moglie e figlioli e andò per le montagne.
Arrivato a Castel Ginevrino, picchiò alla porta. S'affacciò la moglie del Vento Tramontano. - Chi picchia? - Son Geppone. Non c'è vostro marito? -P, andato a soffiare un po' tra i faggi e torna subito. Entrate ad aspettarlo in casa, - e Geppone entrò nel castello.
Dopo un'ora rincasò il Vento Tramontano. - Buon giorno, Vento.
- Chi sei? - Sono Geppone. - Cosa cerchi?
-Tutti gli anni mi porti via i raccolti, lo sai bene, e per colpa tua muoio di fame con tutta la famiglia. - E perché sei venuto da me?
-Per chiederti, visto che m'hai fatto tanto male, che tu rimedi in qualche modo.
- E come posso? - Son nelle tue mani.
Il Vento Tramontano fu preso dalla carità del cuore per Geppone, e disse: - Piglia questa scatola, e quando avrai fame aprila, comanda quel che vuoi e sarai obbedito. Ma non darla a nessuno, che se la perdi non avrai piú niente. Geppone ringraziò e partí. A metà strada, nel bosco, gli venne fame e sete. Aperse la scatola, disse: - Porta pane, vino e companatico, - e la scatola gli buttò fuori un bel pane, una bottiglia e un prosciutto. Geppone fece una bella mangiata e bevuta lí nel bosco e ripartí.
Prima di casa trovò moglie e figlioli che gli erano venuti incon- - Com'è andata? Com'è andata?
- Bene, bene, - fece lui e li ricondusse tutti a casa; - rnettete-
atavola -. Poi disse alla scatola: - Pane, vino e companatico per tutti, - e cosí fecero un bel pranzo tutti insieme. Finito di mangiare e bere, Geppone disse alla moglie: - Non lo dire al Pgore che ho portato questa scatola. Se no gli prende voglia d'averla e me la soffìa. - Io, dir qualcosa? Dio me ne liberi! Ecco che il Priore manda a chiamare la moglie di Geppone.
-lù tornato, tuo marito? Ah sí, e com'è andata? Bene, son contento. E che ha portato di bello? - E cosí, una parola dopo l'altra, gli cava fuori tutto il segreto. Subito chiamò Geppone: - 0 Geppone, so che hai una scatola molto preziosa. Me la fai vedere? - Geppone voleva negare, ma ormai sua moglie aveva detto tutto, cosí mostrò la scatola e le sue virtú al prete.
- Geppone, - disse lui, - questa la devi dare a me.
-E io con cosa resto? - disse Geppone. - Lei sa che ho perso tutti i raccolti, e non ho di che mangiare. -Se mi dài cotesta scatola, ti darò tutto il grano che vuoi, tutto il vino che vuoi, tutto quel che vuoi quanto ne vuoi. Geppone, poveretto, acconsenti; e cosa gliene venne? Il Priore, grazie se gli diede qualche sacco di sementi grame. Era di nuovo allo stento e questo, bisogna dirlo, per colpa di sua moglie. - Pper causa tua che ho perso la scatola, - le diceva, - e dire che il Vento Tramontano me l'aveva raccomandato, di non dirlo a nessuno. Ora, di ripresentarmi a lui non ho piú il coraggio. Finalmente si fece animo, e parti per il castello. Bussò, s'affacciò la moglie del Vento. - Chi è?
- Geppone.
S'affacciò anche il Vento: - Cosa vuoi, Geppone?
-Ti ricordi la scatola che mi avevi dato? Me l'ha presa il padrone e non me la vuol rendere e a me tocca sempre patire fame e stento. - Te l'avevo detto di non darla a nessuno. Ora va' in pace, perché io non ti do piú niente.
- Per carità, solo tu puoi rimediarmi questa disgrazia.
Il Vento fu preso per la seconda volta dalla carità del cuore: tira fuori una scatola d'oro e gliela dà. - Questa non aprirla se non quando avrai una gran fame. Se no, non ti ubbidisce.
Geppone ringraziò, prese la scatola e via per quelle valli. Quan-
do non ne poté piú dalla fame, aperse la scatola e disse: - Provvedi. Dalla scatola salta fuori un omaccione con un bastone in mano e comincia a tnenare bastonate al povero Geppone, fino a spaccargli le ossa. Appena poté, Geppone richiuse la scatola e continuò la.suq strada tutto pesto e acciaccato. Alla moglie e ai figli che gli erano venuti incontro per la strada@ a chiedergli com'era andata, disse: - Bene - ho portato una scatola piú bella dell'altra volta -. Li fece mettere a tavola e aperse la scatola d'oro. Stavolta vennero fuori non uno ma due omaccioni col bastone, e giú legnate. La moglie e i figli gridavano misericordia, ma gli omaccioni non smisero finché Geppone non richiuse la scatola. -Adesso va' dal padrone, - disse alla moglie, - e digli che ho portato una scatola assai piú bella di quell'altra. La moglie andò e il Priore le fece le solite domande: - Che è tornato, Geppone? E cos'ha portato? Elei: - Si figuri, sor Priore, una scatola meglio dell'altra: tutta d'oro, e ci fa dei desinari già cucinati che sono una meraviglia. Ma questa non vuol darla a nessuno. Il prete fece cbiamare subito Geppone. - Oh, mi rallegro, Geppone, mi rallegro che sei tornato, e della nuova scatola. Fammela vedere. Sí, e poi voi mi pigliate anche questa. No, non te la piglio. EGeppone gli mostrò la scatola tutta luccicante. Il prete non stava piú in sé dalla voglia. - Geppone, dàlla a me, e i<:> ti rendo l'altra. Che vuoi fartene tu d'una scatola d'oro? Ti do in cambio l'altra e poi qualcosa di giunta. Be', andiamo: mi renda l'altra e le do questa. Affare fatto. -Badi bene, sor Priore, questa non si deve aprire se non s'ha una gran fame. -Mi va giusto bene, - disse il Priore. - Domani ho qui la visita del Titolare e di molti altri preti. Li faccio star digiuni fino a mezzogiorno, poi apro la scatola e gli presento un gran desinare. Alla mattina, dopo aver detto messa, tutti quei preti cominciarono a girare intorno alla cucina del Priore. - Stamane non vuol darci da mangiare, - dicevano, - qui il fuoco è spento, e non si vedono provviste. Ma quelli piú al corrente dicevano: - Vedrete, all'ora di desinare, apre una scatola e fa venire tutto quel che vuole.
Venne il Priore e li fece sedere per bene a tavola; e in mezzo c'era la scatola, e tutti la guardavano con tanto d'occhi. Il Priore aperse la scatola e saltarono fuori sei omaccioni artnati di bastone, e giú botte da orbi su quanti preti erano lí intorno. Al Priore, sotto quella gragnuola, cadde la scatola di mano e restò aperta, e i sei continuavano a picchiare. Geppone che s'era nascosto lí vicino accorse e chiuse la scatola: se no tutti i preti restavano morti dalle bastonate. Questo fu il loro desinare, e pare che la sera non potessero piú dire le funzioni. Geppone si tenne le due scatole, non le prestò piú a nessuno, e fu sempre un signore.
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