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La Bella Venezia
Author | Italo Calvino |
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Book Title | Fiabe italiane |
Publication Date | 1956 |
ATU | 709 |
Language | Italian |
Origin | Italy |
C'era una mamma e una figlia, che tenevano una locanda nobile, dove si fermavano il Re e i Principi di passaggio. La locandiera si chiamava la Bella Venezia, e mentre i viaggiatori sedevano a tavola attaccava discorso: - Da che paese venite?
- Da Milano.
- E ne avete vista una più bella di me, a Milano?
- No, bella più di voi non ho visto nessuna.
Poi si facevano i conti: - Sarebbero dieci scudi, ma voi datemene cinque, - diceva la Bella Venezia, perché a ognuno che le diceva di non aver mai visto una più bella di lei, faceva pagare la metà. - Da dove venite?
- Da Torino.
- E ce n'è qualcuna più bella di me, a Torino?
- No, più bella di voi non ne ho mai viste.
Poi, al momento di fare i conti: - Sarebbero sei scudi, ma voi datemene tre.
Un giorno, la locandiera stava chiedendo come al solito a un viaggiatore: - E l'avete mai vista, una più bella di me? - quando per la sala passò sua figlia. E il viaggiatore rispose: - Sì che l'ho vista. - E chi è?
- Vostra figlia, è.
Quella volta, la Bella Venezia, nel fare i conti: - Sarebbero otto scudi, - disse, - ma voi datemene sedici.
La sera la padrona chiamò lo sguattero: - Va' in riva al mare, costruisci una capanna con solo una finestrella piccola piccola, e chiudici dentro mia figlia.
Così la figlia della Bella Venezia stava rinchiusa notte e giorno in quella capanna in riva al mare, sentiva il rumore delle onde ma non poteva veder nessuno, tranne lo sguattero che ogni giorno veniva a portarle pane e acqua. Ma pur rinchiusa là dentro, la ragazza diventava ogni giorno più bella.
Un forestiero passando a cavallo sulla riva del mare vide quella capannina tutta chiusa e s'avvicinò. Mise l'occhio al finestrino e vide nel buio quel viso di fanciulla, il più bello che avesse mai visto. Un po' impaurito, spronò il cavallo e corse via.
Alla sera, si fermò alla locanda della Bella Venezia. - Da che paese venite? - gli chiese la locandiera.
- Da Roma.
- Avete visto mai una più bella di me?
- Sì che l'ho vista, - disse il forestiero.
- E dove?
- Chiusa in una capanna in riva al mare.
- Ecco il conto: fa dieci scudi ma da voi ne voglio trenta.
La sera, la Bella Venezia chiese allo sguattero: - Senti, mi vuoi sposare?
Allo sguattero non pareva vero di poter sposare la padrona.
- Se mi vuoi sposare, devi prendere mia figlia, portarla nel bosco e ammazzarla. Se mi riporti i suoi occhi e una bottiglia piena del suo sangue, io ti sposo.
Lo sguattero voleva sì sposarsi la padrona, ma d'ammazzare quella ragazza bella e buona non se la sentiva. Allora portò la ragazza nel bosco e l'abbandonò, e per portare gli occhi e il sangue alla Bella Venezia, ammazzò un agnellino che è sangue innocente. E la padrona lo sposò.
La ragazza, sola nel bosco, pianse, gridò, ma nessuno la sentiva. Verso sera vide laggiù un lumino: s'avvicinò, sentì parlare molta gente, e piena di paura si nascose dietro un albero. Era un luogo roccioso e deserto, e dodici ladroni s'erano fermati davanti a una pietra bianca. Uno di loro disse: - Apriti, deserto! - e la pietra bianca s'aperse come un uscio e dentro c'era illuminato come un gran palazzo. I dodici ladroni entrarono e l'ultimo disse: - Chiuditi, deserto! - e la pietra si richiuse alle sue spalle. La ragazza nascosta dietro l'albero stette ad aspettare. Dopo un po' una voce di dentro disse: - Apriti, deserto! -. La porta s'aperse, e i dodici ladroni uscirono in fila, fino all'ultimo che disse: - Chiuditi, deserto!
Quando i ladroni si furono allontanati, la ragazza andò alla pietra bianca e disse: - Apriti, deserto! - e le si aprì la porta illuminata. Entrò e disse: - Chiuditi, deserto!
Dentro c'era una tavola apparecchiata per dodici, con dodici piatti, dodici pani e dodici bottiglie di vino. E in cucina c'era uno spiedo con dodici polli da arrostire. La ragazza fece pulizia dappertutto, rifece i dodici letti, fece arrostire i dodici polli. E siccome aveva fame mangiò un'ala ad ogni pollo, rosicchiò un cantuccio d'ogni pane, e bevve un dito di vino da ogni bottiglia. Quando sentì che tornavano i ladroni, si nascose sotto un letto. I dodici banditi, a trovar tutto pulito, i letti rifatti, i polli arrostiti, non sapevano cosa pensare. Poi videro che a ogni pollo mancava un'ala, a ogni pane un cantuccio, a ogni bottiglia un dito di vino, e dissero: - Qui dev'essere entrato qualcuno -. E decisero che l'indomani uno di loro sarebbe rimasto a far la guardia.
Restò il più piccolo dei ladroni, ma si mise a far la guardia fuori, e intanto la ragazza uscì di sotto al letto, rassettò tutto, mangiò le dodici ali di pollo, i dodici cantucci di pane e bevve le dodici dita di vino.
- Non sei buono a niente! - disse il capo quando tornando vide che la casa era stata di nuovo visitata, e mise di guardia un altro. Ma anche questo rimase fuor dalla porta, mentre la ragazza era dentro, e così, dandosi dello stupido ogni volta, tutti i ladroni provarono a far la guardia per undici giorni di seguito, e non scoprirono la ragazza.
Il dodicesimo giorno, volle montar di guardia il capo; e invece di starsene fuori, rimase dentro, e vide la ragazza uscir di sotto al letto. L'agguantò per un braccio: - Non aver paura, - le disse, - giacché ci sei, stacci. Ti tratteremo come una sorellina.
Così la ragazza restò coi ladroni e faceva loro tutti i servizi, e loro le portavano ogni sera gioielli, monete d'oro, anelli e orecchini.
Il più piccolo dei ladroni amava vestirsi da gran signore per fare le sue rapine, e fermarsi alle meglio locande. Così una sera andò a mangiare dalla Bella Venezia.
- Da dove venite? - gli chiese la locandiera. - Dal fondo del bosco, - disse il ladrone.
- E avete mai visto una più bella di me?
- Sì che l'ho vista, - disse il ladrone.
- E chi è?
- È una ragazza che abbiamo con noi.
Così la Bella Venezia capì che sua figlia era ancora viva.
Alla locanda veniva ogni giorno a chieder l'elemosina una vecchia, e questa vecchia era una strega. La
Bella Venezia le promise metà delle sue ricchezze se riusciva a trovare sua figlia e ad ammazzarla.
Un giorno la ragazza, mentre i ladroni erano via, stava cantando alla finestra, quando passò una vecchia che disse: - Vendo spille! Vendo spille! Bella ragazza, mi fai salire? Ti faccio vedere uno spillone per il capo che è una meraviglia.
La fece salire, e la vecchia, con l'aria di mostrarle come le stava bene uno spillone nei capelli, glielo ficcò nel cranio. La ragazza morì.
Quando tornarono i ladroni e la trovarono morta, scoppiarono tutti in lagrime, pur col cuore peloso che avevano. Scelsero un grande albero dal tronco cavo e la seppellirono nel tronco.
Il figlio del Re andava a caccia. Sentì i cani abbaiare, li raggiunse; erano tutti a raspare con le zampe sul tronco di un albero. Il figlio del Re ci guardò dentro e trovò una bellissima ragazza morta.
- Se tu fossi viva, ti sposerei, - le disse il figlio del Re, - ma anche morta non posso staccarmi da te -. Suonò il corno, radunò i suoi cacciatori, e la fece portare a palazzo reale. La fece chiudere in una stanza, senza che la Regina sua madre ne sapesse nulla, e passava la giornata in quella stanza, a contemplare la bella morta.
La madre, insospettita, entrò nella stanza all'improvviso. - Ah! È per questo che non volevi uscire!
Ma è morta! Che te ne fai?
- Morta o non morta, non so vivere lontano da lei!
- Almeno falla pettinare! - disse la Regina, e fece chiamare il Real Parrucchiere. Il Real Parrucchiere cominciò a pettinarla, e gli si ruppe il pettine. Prese un altro pettine e gli si ruppe anche quello. Così, uno dopo l'altro, ruppe sette pettini. - Ma cos'ha in testa questa ragazza? - chiese il Real Parrucchiere. - Voglio guardarci -. E toccò una capocchia di spillone. Tirò piano piano, e man mano che tirava lo spillone, la giovane ripigliava i colori, e aperse gli occhi, sospirò, respirò, disse: - Oh! - e s'alzò in piedi.
Si fecero le nozze. Tavolate anche per le vie. Chi voleva mangiare mangiò e chi non voleva non mangiò.
Ah Signore! / Una gallina a ogni peccatore! / A me che sono peccatoraccio, / Una gallina e un gallinaccio!
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