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Occhio-in-fronte
Author | Italo Calvino |
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Book Title | Fiabe italiane |
Publication Date | 1956 |
Language | Italian |
Origin | Italy |
C'erano due frati che andavano in questua. Per le montagne gli si fece scuro. Da una caverna usciva un po' di luce.
- Padrone di casa, - chiamarono, - ci date ricetto per stanotte?
- Entrate, - disse una voce, e fece rimbombare la montagna.
I frati entrarono: vicino al fuoco c'era un gigante con un occhio in fronte, che disse: - Favorite, qua non ci manca niente.
Spostò un macigno che non sarebbero bastate cento persone e chiuse la porta alle spalle dei frati, tutti tremanti.
- Io ho cento pecore, - disse Occhio-in-fronte, - ma l'anno è lungo e devo risparmiare. Dunque, chi mi devo mangiare per primo? Fratino o Fratone? Tirate a sorte.
I due frati buttarono le dita per tirare a sorte: e toccò a Fratone. Occhio-in-fronte lo infilò allo spiedo e lo mise a rosolare sulla brace; e girando lo spiedo, canterellava: - Stasera Fratò, domani Fratì, stasera Fratò, domani Fratì!
Fratino si tormentava tra il dolore per la fine del compagno e il pensiero di come scampare lui alla stessa sorte. Quando fu cotto Fratone, Occhio-in-fronte cominciò a mangiarlo, e ne diede una coscia anche a Fratino, che l'assaggiasse anche lui. Fratino fece finta di mangiare, ma si buttava la carne dietro le spalle.
Spolpate per bene le ossa di Fratone, Occhio-in-fronte si buttò sulla paglia. Fratino si rannicchiò accanto al fuoco e fece finta di dormire anche lui. Quando sentì Occhio-in-fronte grufolare come un maiale, preso lo spiedo, ne arroventò la punta finché non divenne rossa e zihhh! gliela ficcò nell'unico occhio.
Il gigante accecato balzò in piedi urlando e muoveva le mani dappertutto per acchiappare Fratino. Ma Fratino si ficcò in mezzo alle cento pecore. Occhio-in-fronte cominciò a tastare tutte le pecore a una a una, ma Fratino si spostava in mezzo al gregge e Occhio-in-fronte non lo acchiappava mai. Allora disse: - Ci penso io, quando sarà giorno!
Fratino allora, senza far rumore, prese il montone, lo scorticò, e la pelle del montone se la mise addosso. Appena si fece giorno, Occhio-in-fronte levò il macigno dalla bocca della caverna, e si mise piantato con una gamba di qua e una di là per tastare tutto quel che usciva e lasciar passare le pecore ma non Fratino. Chiamò per primo il montone, e venne avanti Fratino camminando sulle mani e sui piedi, dondolando il campanaccio. Occhio-in-fronte lo carezzò sul dorso e disse: - Tu vai pure, - e passò a tastare le pecore che uscivano una per una. Così Fratino fu libero e corse via, contento e beato.
Ma uscite che furono tutte le pecore, Occhio-in-fronte si mise a frugare per la caverna e gli capitò sotto le mani il montone scuoiato. Capì che quello che aveva creduto il montone era Fratino camuffato e uscì dalla caverna per inseguirlo. Andò avanti alla cieca, annusando l'aria, e quando sentì d'essergli vicino, gridò: - Fratino, me l'hai fatta! Sei più in gamba di me! Tieni quest'anello, come segno che m'hai vinto! E gli buttò un anello. Fratino lo raccolse e se lo mise al dito. Ma era un anello fatato: una volta che l'ebbe al dito, Fratino cercava di scappare via da Occhio-in-fronte e invece scappava avvicinandoglisi. Più cercava di scappare, più gli veniva vicino. Cercò di togliersi l'anello dal dito, ma l'anello non usciva più. Ormai era quasi nelle mani di Occhio-in-fronte: allora si tagliò il dito con l'anello e glielo scaraventò sul muso: e sull'istante fu libero e poté scappare.
Occhio-in-fronte aperse la bocca e inghiottì il dito di Fratino: - Almeno t'ho assaggiato! - disse.
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