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La figlia del Re che non era mai stufa di fichi
Title | La figlia del Re che non era mai stufa di fichi |
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Book Author | Italo Calvino |
Chapter Nr. | 47 |
Language code | ita |
Origin (region) | Romagna |
Un Re mise fuori un bando, che chi era buono di stufare sua figlia a forza di fichi l'avrebbe avuta in moglie. Ci andò uno con un paniere e non faceva a tempo a porgerle i fichi che lei se li mangiava. Quando se li ebbe mangiati tutti disse: - Ancora!
C'erano tre ragazzi in un campo che vangavano. Disse il più grande: - Di vangare non ne ho più voglia. Voglio andare a vedere se stufo la figlia del Re a fichi.
Salì sul fico e ne colse un bel paniere. Si mise in strada; incontrò un vicino che gli disse: - Dammi un fico.
- Non posso, - lui rispose, - voglio stufare la figlia del Re e non so se ne ho abbastanza -. E continuò la sua strada.
Si presentò alla figlia del Re e le mise davanti i fichi. Se non faceva presto a tirarlo via, si mangiava anche il paniere.
Tornò a casa e il fratello di mezzo disse: - Anch'io ne ho abbastanza di vangare. Vado a provare se stufo la figlia del Re a fichi.
Andò sull'albero, riempì il paniere, e via. Incontrò il vicino che gli disse: - Dammi un fico.
Il fratello alzò le spalle e continuò la strada. Ma anche lui se non faceva presto a portare via il paniere, la figlia del Re gli mangiava anche quello.
Allora il più piccino disse che andava lui.
Camminava col suo paniere pieno di fichi, e il vicino domandò un fico pure a lui. - Anche tre, - disse il più piccino e gli porse il paniere.
Il vicino mangiò un fico, poi gli diede una bacchetta e gli disse: - Quando sarai là, non hai che da picchiare in terra questa bacchetta, e il paniere appena vuotato tornerà a riempirsi.
La figlia del Re mangiò tutti i fichi del paniere, ma il più piccino batté la bacchetta e il paniere fu di nuovo pieno. Dopo due o tre di questi colpi, la figlia del Re disse a suo padre: - Uff, questi fichi! Ne sono proprio stufa!
E il Re gli disse: - Hai vinto, ma se la vuoi sposare, bisogna che vai a invitare sua zia, che sta di là del mare.
Quando sentì questo, il più piccino ci restò male e andò via. Sulla strada del ritorno, ritrovò il vicino sulla porta di casa e gli raccontò la sua sfortuna. Il vicino gli diede una trombetta. - Va' sulla riva del mare e suona. La zia della figlia del Re che sta al di là sentirà suonare e verrà di qua, e tu la condurrai dal Re.
Il più piccino suonò la trombetta e la zia venne di qua del mare. Il Re quando vide la zia, disse: - Bravo. Però per sposarti devi avere l'anello d'oro che s'è perso in fondo al mare.
Il più piccino tornò dal vicino, che gli disse: - Torna sulla riva del mare e suona la trombetta.
Lui suonò, e saltò fuori un pesce che aveva in bocca l'anello. Il Re quando vide l'anello disse: - In questo sacco ci sono tre lepri per il banchetto di nozze, ma sono troppo magre. Portale a pascolare nel bosco per tre giorni e tre notti, poi rimettile nel sacco e riportale qui.
Ma come si fa a riacchiappare delle lepri nel bosco? Il vicino, quando glielo chiese, disse: - Alla sera suona la trombetta, e le lepri correranno dentro il sacco.
Così il più piccino pascolò le lepri in mezzo al bosco per tre giorni e tre notti. Ma il terzo giorno venne nel bosco la zia, vestita da non farsi riconoscere, e gli disse: - Cosa fai, bel giovane?
- Bado a tre lepri.
- Vendimene una.
- Non posso.
- Dimmi quanto ne vuoi. - Cento scudi.
La zia gli diede cento scudi, si prese la lepre e andò via.
Il più piccino aspettò che fosse arrivata quasi a casa, poi suonò la trombetta. La lepre scappò di tra le mani alla zia, corse nel bosco e tornò dentro il sacco.
Ci andò la figlia del Re, vestita da non farsi riconoscere. - Che fai?
- Bado a tre lepri.
- Vendimene una.
- Non posso.
- Quanto ne vuoi?
- Trecento scudi.
Glieli diede e portò via la lepre. Ma quando fu vicina a casa, il più piccino suonò la trombetta e la lepre le scappò di tra le mani e corse corse finché non tornò nel sacco. Ci andò il Re, vestito da non farsi riconoscere.
- Cosa fai?
- Bado a tre lepri.
- Vendimene una.
- Tremila scudi.
Ma anche stavolta la lepre scappò e tornò nel sacco. I tre giorni e le tre notti erano finiti, e il più piccino tornò dal Re, che gli disse: - Ancora un'ultima prova, poi sposerai mia figlia. Devi riempire il sacco di verità.
Sulla porta c'era sempre il vicino, che gli disse: - Tu sai tutto quello che hai fatto nel bosco. Raccontalo e il sacco si riempirà.
Il più piccino tornò dal Re. Il Re teneva aperto il sacco e lui raccontò: - È venuta la zia e ha comperato una lepre per cento scudi ma le è scappata di mano ed è tornata nel sacco; è venuta sua figlia e ha comperato una lepre per trecento scudi ma le è scappata di mano ed è tornata nel sacco; è venuto lei, Maestà, e ha comperato una lepre per tremila scudi ma gli è scappata di mano ed è tornata nel sacco.
Erano tutte verità e il sacco s'era riempito. Allora il Re capì che doveva dargli sua figlia.
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